Iran, i guardiani della Rivoluzione hanno sequestrato una petroliera britannica nello stretto di Hormuz
Aumenta la tensione tra Teheran e Stati Uniti
I guardiani della Rivoluzione hanno sequestrato una petroliera britannica
L’Iran, per mano dei Guardiani della Rivoluzione iraniana ha annunciato il sequestro di una petroliera britannica nello stretto di Hormuz. La nave è la Stena Impero, al momento ferma nello stretto di Hormuz. Sul loro sito Sepahnews i pasdaran scrivono che la petroliera “non ha rispettato il codice internazionale. Per questo è stato effettuato il sequestro su richiesta dell’autorità portuale e marittima della provincia di Hormozgan”.
La nave sarebbe dovuta attraccare al porto di Al Jubail in Arabia Saudita, il 21 luglio, alle 13:00. La Stena Bulk, proprietaria della nave, e la Northern Marine Management riferiscono che adesso la nave sta procedendo a Nord verso l’Iran. Entrambe le società non sono riuscite a contattare la nave.
I Guardiani della Rivoluzione stanno portando la petroliera in un’isola del Golfo persico di sovranità iraniana. Secondo la CNN alcuni aerei militari statunitensi stanno monitorando i movimenti della nave-cargo.
La decisione potrebbe aumentare ancor di più la tensione tra Iran e Stati Uniti. Donald Trump dopo aver appreso la notizia ha commentato: “Per il loro bene è meglio che non facciano nulla di stupido, altrimenti pagheranno un prezzo che nessun altro ha mai pagato”.
“È la seconda volta in poco più di una sola settimana che il Regno Unito è preso come obiettivo dall’escalation della violenza del regime iraniano”, ha detto in una nota Garett Marquis, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa. L’ 11 luglio, infatti, alcune navi armate della Guardia rivoluzionaria islamica iraniana avevano tentato di sequestrare una petroliera britannica nello stretto di Hormuz, ma erano state bloccate dalla una fregata della Royal Navy che la stava scortando.
Gli ultimi episodi della crisi Iran-Usa
È l’ultimo episodio della schermaglia tra Washington e il governo iraniano. Il 18 luglio gli Stati Uniti hanno annunciato di aver abbattuto un drone iraniano nello stretto di Hormuz. Il missile, stando alle dichiarazioni di Trump sarebbe partito da una nave militare americana, l’USS Boxer Lhd-4: “È stata un’azione difensiva. Il drone si era avvicinato troppo. Minacciava la sicurezza della nave e del suo equipaggio ed è stato immediatamente distrutto”, ha commentato il presidente degli Stati Uniti.
Secondo Trump l’azione americana sarebbe avvenuta dopo l’avvicinamento del velivolo a 900 metri dalla nave militare americana. Teheran il 19 luglio ha però negato l’abbattimento da parte degli Stati Uniti di un drone iraniano nello stretto di Hormuz.
In un tweet il viceministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha dichiarato: “Non abbiamo perso alcun drone nello stretto di Hormuz o altrove”. Anche il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif, a margine di un incontro all’Onu a New York, ha affermato di non avere “alcuna informazione sulla perdita di un drone”.
Più tardi, i Guardiani della Rivoluzione iraniana hanno annunciato la pubblicazione di alcune immagini dell’attività del drone. Le immagini proverebbero la falsità delle affermazioni di Trump.
L’attacco delle petroliere a giugno
Il 13 giugno gli Stati Uniti hanno accusato l’Iran dell’attacco a due petroliere. Accusa che Teheran ha respinto al mittente. Dallo Stretto di Hormuz passano le principali rotte commerciali del petrolio e per questa ragione entrambe le parti sono interessate al controllo dell’area. In risposta al presunto attacco il 10 luglio gli Stati Uniti hanno annunciato di voler creare una coalizione militare internazionale tra diversi Paesi per proteggere le petroliere che viaggiano nelle acque dello stretto di Hormuz, e l’area intorno all’Iran e allo Yemen.