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Home » Esteri

La Open Society di Soros a TPI: “Non abbiamo mai dato soldi alle Ong che salvano migranti, e in Italia investiamo poco”

Immagine di copertina
George Soros, fondatore e presidente della Open Society Foundations a un incontro a Bruxelles, ad aprile 2017. Credit: OLIVIER HOSLET

"Non diamo soldi alle Ong, ma incoraggiamo gli sforzi umanitari nel Mediterraneo. In Italia? Investiamo molto poco, meno del 3% dei finanziamenti totali verso l’Europa. Non possiamo fare i nomi dei beneficiari individuali. Ma Soros si è occupato privatamente di finanziare la campagna di Hillary Clinton e la sua Open Society si è mossa per fermare le limitazioni in merito a diritti civili e politici imposti da Trump”. Parla Open Society

ESCLUSIVO The Post Internazionale (TPI.it): “Non diamo soldi alle ong, ma incoraggiamo gli sforzi umanitari nel Mediterraneo”.

La fondazione Open Society, del magnate ungherese George Soros, al centro di una serie di teorie del complotto, esclude categoricamente di aver finanziato operazioni di ricerca e soccorso dei migranti in mare.

“In Italia? Investiamo molto poco, meno del 3 per cento dei finanziamenti totali verso l’Europa”, sostieneLaura Silber, direttrice comunicazione della Open Society Foundations, che ha risposto ale domande di TPI.it via email.

E le teorie del complotto su Soros che sponsorizza il traffico di esseri umani in Europa? “Colpa dei troll internet filo-russi”, dice Silber.

Chi finanzia allora la Open Society?

“Abbiamo un elenco pubblico dei beneficiari, per lo più organizzazioni. Ma non possiamo fare i nomi dei beneficiari individuali, per ragioni di sicurezza”.

E sull’antagonismo a Trump? “Soros si è occupato privatamente di finanziare la campagna di Hillary Clinton e Open Society si è mossa per fermare le limitazioni in merito a diritti civili e politici imposti dal presidente statunitense”.

Abbiamo rivolto alcune domande alla fondazione del magnate George Soros, Open Society. Loro ci hanno risposto:

Quali sono le attività principali della Open Society Foundations in Europa?

L’Open Society Foundations ha lavorato in Europa da quando George Soros ha creato la prima fondazione in Ungheria nel 1984— all’inizio del suo lavoro per aiutare i paesi dell’Europa centrale e orientale nella transizione dal Comunismo.

Oggi, il nostro lavoro di donazione è guidato dall’Open Society Initiative for Europe (OSIFE), con sede a Barcellona, mentre l’Open European Policy Institute (OSEPI) con sede a Bruxelles persegue attività di advocacy e politiche con le istituzioni dell’Unione Europea.

Inoltre, gli uffici a Londra e Berlino ospitano programmi tematici globali, lavorando su temi come i diritti umani, l’istruzione e l’accesso all’assistenza sanitaria. Cinque fondazioni nazionali operano anche in Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia e Serbia.

Il nostro lavoro è modellato dall’aderenza di Open Society all’idea che una democrazia fiorente necessiti di una partecipazione attiva dei cittadini, non solo nel momento delle elezioni, ma nella vita quotidiana delle decisioni locali e nazionali.

Questo include la ricerca di risposte a problemi difficili e l’ascolto di persone che si trovano spinte ai margini della società.

Quante ong che salvano migranti nel Mediterraneo hanno ricevuto soldi dalla Open Society Foundations? Quanto hanno ricevuto? 

Nessuna ne ha ricevuti. Open Society Foundations non fornisce sostegno finanziario per le operazioni di ricerca e soccorso condotte nel Mediterraneo da varie ong, anche se incoraggiamo questi sforzi umanitari. Si prega di consultare la nostra ultima dichiarazione stampa su questo argomento qui.

[La dichiarazione è intitolata: “Open Society Foundations sollecita il ministro italiano Matteo Salvini a smettere di ripetere dichiarazioni false”. Al suo interno si chiarisce che la fondazione “ha lavorato in Italia per più di un decennio, fornendo borse di studio a gruppi locali coinvolti in una serie di problemi sociali, inclusa la migrazione”.

“I nostri finanziamenti aiutano le organizzazioni in Italia a lavorare su tutti gli aspetti delle sfide poste dalla migrazione”, prosegue la nota. “Ciò va dall’assicurare che i rifugiati e i migranti siano trattati con dignità e umanità dalle autorità, all’esposizione e al contrasto dello sfruttamento dei migranti in alcuni settori dell’economia, al sostegno delle comunità locali di accoglienza e dei volontari che forniscono servizi come lezioni di lingua”.]

Quali entità in Italia sono finanziate da Open Society?

L’Open Society Foundations fornisce una modesta entità di finanziamenti in Italia (i nostri finanziamenti per il 2017 ammontano a poco meno del 3 per cento dei nostri finanziamenti in Europa). Qui maggiori informazioni

 Quali sono le regole di trasparenza a cui aderisce Open Society?

Ci battiamo per la massima trasparenza sulle nostre attività e le nostre attività finanziarie, oltre ciò che è richiesto dalle autorità di controllo.

Usiamo il nostro sito come la principale piattaforma, disponibile pubblicamente, attraverso la quale ognuno può scoprire la nostra missione, i valori, le attività, i nostri budget e le spese.

Tuttavia non pubblichiamo i nomi dei beneficiari individuali, anche per motivi di sicurezza personale o organizzativa.

Come scegliete le ong e le organizzazioni da finanziare? Ci sono requisiti specifici?

L’Open Society Foundations garantisce finanziamenti a fondo perduto, borse di studio e fellowships nel corso dell’intero anno a organizzazioni e individui che condividono i valori dell’Open Society.

Le strategie di concessione delle sovvenzioni delle nostre fondazioni nazionali e dei nostri programmi sono modellate dai contributi dei membri di oltre quaranta advisory boards che collaborano con loro, mettendo a disposizione del nostro personale competenze locali, regionali e tematiche.

Cerchiamo beneficiari che hanno una vision e i cui sforzi porteranno a un cambiamento sociale positivo duraturo. Nella maggior parte dei casi non si finanzia più di un terzo del budget di qualsiasi organizzazione.

La stragrande maggioranza delle nostre sovvenzioni viene assegnata a organizzazioni. Ci rivolgiamo direttamente alla maggior parte di queste organizzazioni, invitandole a presentare domande di sovvenzione o proposte.

Tuttavia, un numero minore di sovvenzioni alle organizzazioni viene sollecitato dal pubblico attraverso chiamate aperte. È possibile trovare un elenco di queste concessioni qui.

Qui maggiori informazioni sulle nostre sovvenzioni.

Open Society chiede delle garanzie su come i suoi fondi devono essere spesi?

Sì, monitoriamo le sovvenzioni, il loro utilizzo e le spese. Essendo un’entità senza scopo di lucro registrata negli Stati Uniti e come ente di beneficenza in Europa, i nostri finanziamenti non possono essere utilizzati per scopi politici di partito o per sostenere attività di lobbying politico su specifici atti legislativi.

È disponibile una lista completa delle entità finanziate da Open Society?

Si prega di consultare l’elenco dei nostri beneficiari a questo link (prendendo atto della nota precedente relativa alla sicurezza dei beneficiari).

Open Society ha mai finanziato gruppi ribelli e rivoluzionari?

No. Sosteniamo una vasta gamma di gruppi per i diritti umani e gruppi di società civile, compresi quelli che promuovono un dibattito politico aperto nei loro paesi, in conformità con le norme internazionali sui diritti umani in materia di libertà di espressione.

Come risponde Open Society alle teorie del complotto che considerano George Soros uno “sponsor” del traffico di esseri umani in Europa?

Questa è un’accusa assurda, senza alcuna base di fatto. Generalmente queste teorie del complotto sono avanzate da coloro che cercano di suscitare la paura del popolo per i propri scopi politici e da coloro che si oppongono alla più ampia missione della Open Society di promuovere la partecipazione democratica (inclusi i troll internet filo-russi).

Open Society è stata espulsa nel 2015 dalla Russia. Alla recente conferenza stampa congiunta con Trump a Helsinki, Putin ha parlato in termini negativi di Soros. Perché Open Society è così disprezzata da Mosca?

Sosteniamo valori a cui il presidente Putin sembra opporsi: un dibattito democratico creativo, un governo trasparente in grado di controllare la corruzione, media indipendenti e attivi, gruppi della società civile in grado di supportare la parità di accesso per tutti ai servizi statali e molto altro ancora. Dispiace che il Cremlino consideri tutto ciò una minaccia.

Crediamo che molte persone in Russia continuino a sostenere i valori della democrazia, della libertà di espressione, della responsabilità nei confronti dei cittadini e dell’accesso ai diritti umani fondamentali, che hanno accolto con entusiasmo dopo la caduta dell’Unione Sovietica.

Si prega di vedere qui la nostra reazione alla decisione dell’Ufficio del Procuratore Generale della Russia di classificare le Open Society Foundations come un’organizzazione “indesiderabile”.

Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, durante l’ultima campagna elettorale, ha accusato Soros di un complotto per sopraffare l’Ungheria con migranti musulmani allo scopo di minare la sua eredità cristiana. Come rispondete a questa accusa?

Questa è una sciocchezza infondata. George Soros ha ripetutamente chiesto un trattamento equo e umano dei migranti e dei rifugiati, e ha chiesto  politiche dell’Unione europea che non pongano uno stress sproporzionato sui singoli Stati membri come l’Italia o l’Ungheria.

Insieme ad altri finanziatori internazionali, abbiamo sostenuto quattro organizzazioni in Ungheria che forniscono assistenza legale, medica e psicologica ai richiedenti asilo.

L’opinione di George Soros sulla migrazione è pubblicamente visibile qui.

Durante la campagna elettorale per le presidenziali statunitensi nel 2016 George Soros è stato uno dei principali oppositori di Donald Trump. La Open Society Foundations ha preso qualche azione concreta contro la presidenza Trump negli Stati Uniti o all’estero dopo che lui è stato eletto?

George Soros ha contribuito privatamente in maniera considerevole della campagna di Hillary Clinton. Le Open Society Foundations non hanno intrapreso alcuna azione “contro la presidenza Trump” dalle elezioni del 2016, ma abbiamo intrapreso azioni per rispondere alle mosse dell’amministrazione che limitano i diritti civili e politici garantiti dalla Costituzione degli Stati Uniti.

Ciò include la fornitura di fondi di emergenza per affrontare l’attuale crisi di separazione familiare sul confine meridionale degli Stati Uniti, tra cui il finanziamento dell’assistenza legale e la creazione di un database per aiutare a riunire famiglie separate.

In altre iniziative, i nostri beneficiari sono stati attivi nelle sfide legali al travel ban dei musulmani del presidente e nella creazione di un database comune per monitorare gli aumenti dei crimini di odio negli Stati Uniti.

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