L’insulto di Duterte a Obama sta mettendo a rischio l’economia filippina
Secondo quanto riferisce l’agenzia Bloomberg, gli epiteti recentemente utilizzati dal presidente filippino Rodrigo Duterte potrebbero costare molto caro al suo paese
Le parole sono importanti, tanto più se a pronunciarle è un
capo di stato. Secondo quanto riferisce l’agenzia Bloomberg, infatti, gli
epiteti recentemente utilizzati dal presidente filippino Rodrigo Duterte nei
confronti del suo collega statunitense Barack Obama potrebbero costare molto
caro al suo paese.
Era infatti il 5 settembre quando il presidente Duterte usò
il termine “figlio di puttana” per definire Obama, causando innanzitutto l’annullamento
dell’incontro che si sarebbe dovuto svolgere tra i due il giorno seguente.
Duterte stava rispondendo alla promessa del presidente degli
Stati Uniti di sollevare la questione delle esecuzioni extragiudiziali legate
alla droga nelle Filippine, che hanno finora portato all’uccisione di 2.400
presunti spacciatori e consumatori nel paese da quando Duterte è salito al
potere.
Obama si andava quindi ad aggiungere alla lunga lista di personalità
di spicco insultate da Duterte, come ad esempio papa Francesco, anch’egli
chiamato “figlio di puttana”, il segretario di stato Usa John Kerry,
definito “pazzo”, o l’ambasciatore statunitense nelle filippine,
chiamato “figlio gay di una puttana”.
Ora però questo comportamento quantomeno imprudente sta
dando i suoi risultati, in senso finora decisamente negativo per l’economia del
paese: l’indice della Borsa filippina è sceso dell’1,3 per cento, il suo
peggior calo nel corso di cinque settimane, e da fine luglio il calo
complessivo è stato del 6 per cento. In questi giorni sono stati infatti
ritirati fondi esteri per 58 milioni di dollari dai titoli azionari locali, un
esempio in controtendenza assoluta rispetto agli altri mercati asiatici.
“L’ultimo incidente solleva la preoccupazione che il
comportamento imprevedibile del Presidente Duterte in politica sarà dirompente
e potrebbe in futuro influire sull’economia e il mercato”, ha dichiarato
Jonathan Ravelas della BDO Unibank, la più grande banca delle Filippine.
Anche l’Investors Service dell’agenzia di rating Moody’s ha
rilasciato una dichiarazione mercoledì 7 settembre, dicendo: “Se i recenti
eventi porteranno a una prolungata incertezza riguardo alla sicurezza del paese
e alla politica economica, questo potrebbe smorzare la fiducia delle imprese e,
di conseguenza, i risultati economici”.
Questo un grafico di Bloomberg sull’andamento della borsa filippina: