In Cina muoiono in media 4.000 persone al giorno a causa dell’inquinamento
Uno studio dell'Università di Berkeley sostiene che un milione e 600mila persone muoiono ogni anno in Cina a causa dell'aria inquinata
Secondo una ricerca condotta dall’università californiana di Berkeley, in Cina ogni anno morirebbero un milione e 600mila persone a causa dell’inquinamento atmosferico. In media, circa 4.000 ogni giorno.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica online One della Public Library of Science di San Francisco, in California.
I risultati della ricerca denunciano una situazione decisamente critica per tutto il territorio cinese: il 38 per cento della popolazione sarebbe esposto a una qualità dell’aria considerata dannosa per la salute.
Le aree maggiormente inquinate si trovano nella parte orientale del Paese, in particolar modo a ridosso del corridoio industriale tra la capitale Pechino e la città di Shanghai. Anche alcune aree della Cina settentrionale e centrale sono però soggette ad alte concentrazioni di aria giudicata insalubre.
Il livello di particolato – ossia la sostanza inquinante di maggiore impatto sulla qualità dell’aria – in certi periodi dell’anno è così elevato da provocare spesso delle vere e proprie coltri di smog che arrivano a coprire la luce del sole per svariati giorni. La situazione peggiora all’interno dei grandi centri urbani, ma rimane critica anche nelle aree rurali al di fuori delle città.
La principale causa degli altissimi livelli di particolato sono le grandi e vecchie industrie, gli impianti energetici, i gas di scarico delle automobili e i combustibili fossili bruciati per riscaldare case e fabbriche. In particolar modo le grandi centrali a carbone, che costituiscono ancora oggi una fonte energetica insostituibile per la Cina, sono gli impianti che hanno il maggiore impatto sulla qualità dell’aria. Il periodo invernale risulta peggiore rispetto alla stagione calda a causa del massiccio utilizzo di combustibili per il riscaldamento.
Confrontando i dati cinesi con quelli degli Stati Uniti, si nota che il 99,9 per cento degli abitanti della Cina orientale è esposto a una percentuale annuale di polveri sottili superiore a quella della città più inquinata d’America – Madera, in California. Lo dimostra uno studio della American Lung Association, un’organizzazione volontaria americana che si occupa di ricerca e prevenzione sanitaria.
Chai Jing, ex reporter della tv di stato cinese CCTV, ha girato un documentario diffuso lo scorso marzo per sensibilizzare i connazionali sui pericoli dell’inquinamento. Il video diventò subito virale sul web, spopolando su tutti i social network cinesi, Weibo (l’equivalente cinese di Twitter) in primis. Inizialmente fu condiviso anche dai media statali, che però in un secondo momento decisero di sottoporlo a censura.
I ricercatori che hanno studiato la qualità dell’aria cinese si sono serviti di misurazioni in oltre 1.500 siti di rilevazione nel Paese, per un periodo di tempo di un anno. I dati raccolti sono poi stati comparati con dei modelli di calcolo che hanno permesso di comprendere l’incidenza dell’inquinamento sulla mortalità per ictus, malattie polmonari e cardiache.
Qui sotto: la mappa che indica le aree più inquinate della Cina. Credit: Berkeley Earth.
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