I punk indonesiani che trasmettono valori musulmani
Dopo i concerti il pubblico si raccoglie in preghiera o ascolta i sermoni, che vengono visti come un modo per trasmettere valori positivi della comunità musulmana
Giacche di pelle, concerti e ribellione. Anche in Indonesia, un paese dove il 90 per cento della popolazione è musulmana, esiste un movimento punk con centinaia di sostenitori che si trovano nelle tre città principali del paese: Jakarta, Surabaya e Bandung.
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I membri dei “punk musulmani” sostengono che, proprio come accadeva nel Regno Unito negli anni Settanta, la ribellione e l’opposizione al potere costituito siano le loro linee guida. Ciò che li distingue dallo stile per cui si distingue il movimento punk in altre parti del mondo è l’insieme dei valori che li veicola. I testi delle loro canzoni parlano di religione, libertà per la Palestina e altre necessità sociali tipiche della comunità musulmana.
Il “cattivo comportamento” non sembra essere uno stereotipo accettato dal movimento. “Possiamo orientarci verso qualcosa di più positivo”, dice Ahmad Zaki, uno dei fondatori.
Molti dei membri del gruppo dicono di essere cambiati dopo essersi uniti ai punk musulmani. Prima erano artisti di strada, mentre ora sono riusciti a creare le loro band e a scrivere nuove canzoni. C’è anche chi, come Reza Purnama, ha superato la sua dipendenza dall’alcol grazie alla musica punk.
Dopo ogni concerto, il pubblico si raccoglie in preghiera o ascolta i sermoni, che vengono visti come un modo per trasmettere valori positivi.
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