Indonesia, la denuncia di Amnesty: “La polizia ha ucciso decine di persone per i Giochi asiatici”
La Ong teme che gli agenti abbiano avuto una vera e propria "una licenza di uccidere" i piccoli criminali
La polizia di Jakarta è accusata di aver ucciso decine di persone nel quadro di una crescente lotta indetta dal governo contro i piccoli criminali in vista dei Giochi asiatici e definita da Amnesty International come “non necessaria ed eccessiva”.
Sulla base del rapporto appena pubblicato, Amnesty International ha dichiarato che 31 omicidi effettuati dalla polizia sono direttamente collegati ai Giochi, la cui apertura a Jakarta e Palembang è prevista per sabato 18 del 2018.
L’Ong ha dichiarato che la polizia ha ucciso 77 piccoli criminali in tutta l’Indonesia nello stesso periodo, segnalando un aumento del 64 per cento rispetto al 2017.
Il direttore esecutivo di Amnesty International Indonesia, Usman Hamid, ha affermato che l’ondata di uccisioni ha rivelato un “velo di impunità” che copre l’apparato di sicurezza indonesiano.
“L’organizzazione di un evento sportivo internazionale non deve essere portata avanti al prezzo dell’abbandono dei diritti umani. Le uccisioni devono cessare e tutte le morti devono essere prontamente ed efficacemente investigate”, ha chiesto.
Si prevede che circa 12 mila atleti si sfideranno nella 18esima edizione dei Giochi asiatici, il più grande evento multi-sportivo dopo le Olimpiadi, che avranno luogo dal 18 agosto al 2 settembre.
Per l’occasione, l’Indonesia ha schierato 100 mila poliziotti e soldati per garantire una maggiore sicurezza ai partecipanti.
In questi giorni sono in corso intensi preparativi per abbellire la capitale in vista dell’afflusso di visitatori stranieri e l’aumento esponenziale del numero di omicidi da parte della polizia fa parte di un’operazione di “pubblica sicurezza” per preparare le città al grande evento.
Le sparatorie seguono diverse direttive emanate nel mese di luglio da parte di alti ufficiali di polizia che hanno chiesto “di intraprendere azioni decise” contro i sospetti che rappresentano una minaccia pubblica.
I poliziotti hanno anche il diritto di “sparare a vista” a chi oppone resistenza.
A seguito dell’emenazione di questi ordini, 11 persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco in 10 giorni nel solo mese di luglio.
I gruppi di difesa dei diritti umani come Amnesty temono che gli agenti abbiano interpretato le dichiarazioni come “una licenza di uccidere”.
“I Giochi asiatici hanno lo scopo di celebrare i successi umani, non di fornire un pretesto per fornire alla polizia la licenza per uccidere in nome del controllo della criminalita’”, ha sottolineato Phelim Kine, vice direttore di Human Rights Watch Asia.
Nonostante le critiche, il capo della polizia nazionale indonesiano, Tito Karniavan, ha riaffermato la politica il 30 luglio.
“Se attaccano gli agenti durante l’arresto, allora non ci sono dubbi, basta sparare”, ha dichiarato.
Negli ultimi due anni diversi funzionari indonesiani hanno lodato l’uccisione di sospetti criminali e la violenta guerra alla droga del presidente Rodrigo Duterte nelle Filippine.
Nel luglio 2017 il capo della polizia nazionale ha affemaoto che l’esempio filippino ha dimostrato che la pena capitale era un modo efficace per trattare con gli spacciatori di droga.
“Dalla pratica sul campo vediamo che quando spariamo agli spacciatori questi vanno via”, ha detto.