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Quanto è cresciuto il populismo in Europa

Immagine di copertina
Credit: Reuters/Kacper Pempel

L'Authoritarian Populism Index 2017 mostra che sempre più cittadini europei sostengono partiti anti establishment, sia di destra che di sinistra

In media, circa un quinto degli elettori in Europa votano per un partito populista, che sia di sinistra o di destra. Queste liste elettorali hanno raccolto ben 55,8 milioni di voti nelle più recenti elezioni nei paesi europei.

È il risultato di una ricerca pubblicata dallo European Policy Information Center (Epicenter), un’associazione di studio sulle politiche europee.

L’indice del populismo TIMBRO 2017 mostra quanto le sigle politiche con posizioni anti sistema costituiscano una minaccia per i partiti tradizionalmente al governo nelle democrazie liberali europee. Lo studio esplora l’ascesa del populismo nel vecchio continente analizzando i dati elettorali dal 1980 all’estate del 2017 in 33 paesi diversi.

Le posizioni politiche anti establishment si sono ormai affermate come la terza forza elettorale nella politica del continente, dietro il conservatorismo, rappresentato per lo più da partiti che si rifanno alla tradizione del cristianesimo democratico, e i partiti progressisti legati alla social-democrazia.

Ungheria, Polonia e Grecia sono i paesi europei in cui i partiti anti sistema hanno raccolto i maggiori consensi e hanno la maggioranza parlamentare. Allo stesso tempo, nove paesi del vecchio continente, tra cui sette stati membri dell’Unione europea, presentano partiti populisti nel governo.

La definizione stessa di populismo risulta complicata, dietro questo termine si nascondono sigle con proposte politiche disomogenee.

In questa categoria sono spesso movimenti politici profondamente diversi tra loro e spesso rivali sulla scena politica, come il Movimento 5 Stelle in Italia; il movimento di sinistra francese La France insoumise – guidato da Jean-Luc Mélenchon –; il partito britannico Ukip, che è stato il maggiore sostenitore della Brexit; il Front National, la formazione di estrema destra la cui leader, Marine Le Pen ha perso il ballottaggio con il presidente francese Macron; il movimento di sinistra Syriza del primo ministro greco Tsipras; e il partito Diritto e Giustizia della prima ministra polacca Beata Szydło.

Cosa significa essere un partito populista

Per questa ricerca l’Epicenter ha stabilito alcuni confini al termine di partito populista.

Questa parola, nell’ambito dell’indice TIMBRO, raccoglie quelle liste elettorali che sfidano il tradizionale consenso dei partiti che si sono storicamente alternati al governo dei paesi del vecchio continente sin dalla fine della seconda guerra mondiale.

I tratti comuni di questi movimenti sono:

  1. Un’immagine del partito in conflitto con un’élite corrotta.
  2. Una dichiarata impazienza verso i tempi e le procedure dello stato di diritto.
  3. La domanda di una maggiore democrazia diretta.
  4. Politiche di rafforzamento della struttura repressiva dello stato, in caso di partiti populisti di destra, e la nazionalizzazione delle banche e delle grandi aziende private, nel caso di movimenti di sinistra.
  5. Una pozione fortemente critica nei confronti delle politiche della Nato e dell’Unione europea, in particolare in tema di immigrazione, globalizzazione degli scambi commerciali.
  6. L’uso di un linguaggio politicamente scorretto e la promessa di un cambiamento drammatico della situazione economica del paese.

Il consenso per questi partiti è cresciuto in tutti i paesi europei negli ultimi 27 anni, ma tra il 1980 e il 2000 la media dei voti raccolti dai partiti anti-sistema è aumentata solo dell’uno per cento, dal 10,1 all’11,3 per cento. Tra il 2016 e il 2017 invece si è registrato il maggiore aumento di voti per questi movimenti, con una media del 18,4 per cento dei consensi totali.

Dunque il catalizzatore di questo consenso non sembra essere stata tanto la recessione, in corso già dal 2009, quanto i flussi migratori straordinari che hanno interessato l’Europa dal 2015 a oggi. I dati mostrano che tutti i partiti tradizionali hanno perso consensi negli ultimi anni, a favore proprio di posizioni più radicali.

TIMBRO 2017 index

È interessante notare che, mentre negli anni Ottanta nessun partito populista era al governo in Europa, questo quadro è cambiato radicalmente negli ultimi anni. I movimenti anti sistema occupano posizioni di potere in un quarto degli stati membri dell’Unione, sette su 28.

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