Un ospedale privato in India coinvolto nel traffico d’organi
La clinica ha ammesso di essere stata ingannata e aver espiantato dei reni per un gruppo di trafficanti
Un prestigioso ospedale indiano ha reso noto di essere stato ingannato da un gruppo di trafficanti d’organi e aver rimosso dei reni da alcune vittime, con la convinzione che si trattassero di parenti di alcuni pazienti in attesa di donazione.
La polizia ha effettuato una retata contro un gruppo di trafficanti di organi che operava all’interno dell’ospedale privato Indraprastha Apollo a Delhi, giovedì 2 giugno 2016.
Cinque persone sono state arrestate, inclusi due assistenti di un primario di nefrologia dell’ospedale, che però non erano dipendenti dell’ospedale.
I trafficanti avrebbero convinto persone indigenti a vendere i loro reni per 300mila rupie (circa quattromila euro), per poi rivenderli al mercato nero degli organi.
Il gruppo esibiva falsi documenti utilizzati per far credere che i donatori avessero legami parentali con i destinatari degli organi, conformemente alla legge indiana.
L’ospedale Apollo ha ammesso di essere stato coinvolto suo malgrado e sta collaborando con la polizia.
“L’ospedale è stato vittima di un’operazione ben orchestrata per ingannare sia i pazienti che la struttura medica. Chiediamo alla polizia di prendere le misure più severe contro le persone coinvolte”, si legge in una dichiarazione rilasciata dall’amministratore della clinica.
Una cronica carenza di organi disponibili per il trapianto ha alimentato il mercato nero del commercio illegale ritenuto illegale in India. Infatti, le donazioni devono essere approvate da un apposito comitato.
L’ospedale coinvolto è stato criticato per non essere stato in grado di individuare la documentazione fraudolenta.
Non si conosce ancora il numero esatto delle vittime del gruppo di trafficanti, per il momento ne sono state identificate almeno cinque provenienti da diverse parti dell’India.