Cos’è l’inclusion rider citato nel discorso più applaudito agli Oscar 2018
L'attrice Miglior attrice protagonista Frances McDormand con il suo discorso di ringraziamento è riuscita a far alzare in piedi tutte le donne presenti in sala
L’attrice Frances McDormand è salita sul palco incerta, struccata e impacciata per ritirare la statuetta per la vittoria come miglior attrice protagonista del film “Tre Manifesti a Ebbing, Missouri“, “Sono in iperventilazione, se casco per terra raccoglietemi, perché qualcosa devo dirla”, ha detto appena ha preso parola al microfono.
Poi si è sciolta e ha pronunciato il discorso più applaudito di tutta la nottata della novantesima edizione degli Academy Award affrontando il tema che quest’anno ha sconvolto l’industria cinematografica: lo scandalo delle molestie sessuali del produttore Harvey Weinstein, il grande assente.
Emozionata, anche se è al suo secondo Oscar (il primo era arrivato nel 1997 con “Fargo”), con l’interpretazione nel film “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” era già uscita vittoriosa nella stessa categoria ai Bafta e ai Golden Globes.
Nel film, McDormand è una madre in preda alla disperazione per l’assassino della figlia, ma che intraprende una feroce battaglia per cercare giustizia.
Frances McDormand si è rivolta alle donne, a tutte le donne in sala che avevano ricevuto una nomination come lei, a partire proprio da una attrice del calibro di Meryl Streep.
“Meryl, se lo fai tu, lo faranno tutte”, McDormand invita la pluripremiata, anche se non in questa edizione, attrice di The Post ad alzarsi per prima. Streep si è alzata e dopo di lei tutte le altre.
“Sono onorata di esser qui insieme a tutte le attrice le registe, le fotografe le autrice delle canzoni, le parrucchiere. Tutte le signore che sono stati nominate sono qui con me. Guardatevi attorno, tutte abbiamo storie da raccontare e progetti da finanziare. Non parlateci di questa cosa alle feste di stasera. Invitateci nel vostro ufficio tra un paio di giorni o venite al nostro, come credete meglio, e vi diremo tutto”.
E conclude dicendo: “Ho solo due parole per voi stanotte, signore e signori: inclusion rider”, conquistandosi la standing ovation generale.
L‘inclusion rider a cui fa riferimento McDormand nella parte finale del discorso è una clausola facoltativa che può essere inserita nei contratti dagli attori.
Con la clausola gli attori richiedono che il cast e la troupe soddisfino un certo livello di diversità ed equità.
Il concetto è stato nominato per la prima volta in un TED talk nel 2016 da Stacy Smith, la fondatrice della Annenberg Inclusion Initiative della University of Southern California.
È da intendersi come fosse una “clausola di equità”, nata dopo aver esaminato i dati nei film prodotti degli Stai Uniti: è emerso che il casting non era rappresentativo della popolazione americana.
Da qui l’idea dell’inclusion rider, il cui obiettivo è quello di contrastare il pregiudizio nel processo di auditing e casting.
Il contratto potrebbe anche stabilire che se il film non dovesse soddisfare i requisiti, il distributore potrebbe dover pagare una “penalità”. In questo modo si vuole arrivare a garantire l’inclusione e una corretta rappresentazione di donne, uomini di colore, LGBT e persone con disabilità.