Il governo libico, sostenuto dall’Italia, ha pagato milizie paramilitari per fermare i migranti?
Secondo un'inchiesta di Associated Press, il governo di Tripoli usa i fondi europei e italiani per pagare bande criminali che bloccano chi vuole attraversare il Mediterraneo. Ma la Farnesina smentisce
Il governo libico internazionalmente riconosciuto, presieduto da Fayez al-Sarraj e sostenuto dall’Italia, si sta affidando ad alcune milizie paramilitari precedentemente implicate nel traffico di migranti per fermare gli sbarchi in Europa. A riportarlo è stata un’inchiesta dell’agenzia di stampa statunitense Associated Press (Ap).
— Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook, ecco come. Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera
Negli ultimi due mesi c’è stato un calo esponenziale degli sbarchi di migranti in Europa, in particolare sulle coste italiane, un dato celebrato dai leader dell’Unione europea come un successo.
A luglio 2017 gli sbarchi sono calati del 50 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre ad agosto circa 2.936 persone hanno raggiunto le coste europee. Esattamente un anno fa, ne erano arrivate 21.294: un calo dell’86 per cento.
Ufficialmente i governi europei sostengono che questo risultato sia da attribuirsi alle tempeste che hanno colpito il canale di Sicilia e a un maggior attivismo della guardia costiera libica.
Ma secondo Ap la storia è diversa: questi dati sono influenzati da un nuovo accordo concluso dal governo libico con alcune milizie paramilitari, in precedenza implicate nel traffico di esseri umani in corso tra il paese nord africano e l’Europa. Nell’ambito di un accordo sostenuto dal governo italiano, Tripoli sta finanziando questi gruppi armati per impedire ai migranti di attraversare il Mediterraneo.
Dalla caduta del dittatore Muammar Gheddafi nel 2011, le milizie si sono sempre contrapposte alle legittime autorità del paese, incluso il governo di Tripoli attualmente presieduto da Fayez al-Serraj, l’unico riconosciuto dalla comunità internazionale.
Nonostante gli accordi, questi gruppi paramilitari possono in qualsiasi momento tornare a occuparsi del traffico di esseri umani o rivoltarsi contro il governo. L’autorità di al-Serraj è debole e Tripoli non riesce a controllare l’intero paese.
Ma da dove vengono i fondi con cui il governo libico finanzia queste milizie? Secondo Ap, i soldi impiegati per pagare queste bande criminali provengono proprio dall’Italia e dall’Unione europea.
Bruxelles ha consegnato decine di milioni di euro al governo di Sarraj per aiutarlo a fermare i migranti e non far loro attraversare il canale di Sicilia. Questi fondi avrebbero dovuto finanziare la guardia costiera libica, rafforzare il confine meridionale del paese africano e migliorare le condizioni di vita per i migranti all’interno dei centri di detenzione.
Il governo libico avrebbe anche dovuto utilizzare questi soldi per offrire una formazione lavorativa alternativa per tutte quelle persone coinvolte nel traffico di migranti.
I due gruppi armati, conosciuti uno come al-Ammu e l’altro noto con il nome di “Brigata 48”, sono guidati da due fratelli appartenenti alla famiglia al-Dabashi, lo stesso clan da cui proviene l’ex capo del sedicente Stato Islamico in Libia, Abdullah Dabbashi, ucciso nell’aprile 2017 a Sabrata.
Le due milizie sono le più potenti tra quelle che operano nell’area della città costiera libica occidentale, che al momento è il luogo di partenza privilegiato dei barconi che dalla Libia giungono in Italia.
Nella sua relazione del giugno 2017, il gruppo di esperti delle Nazioni Unite che si occupano della Libia ha indicato nel gruppo armato al-Ammu i principali fautori del traffico di esseri umani in corso tra Sabrata e l’Italia.
Un appartenente a questo gruppo armato ha confermato ad Ap che la sua milizia conta almeno 400 uomini armati e che stia prendendo ordini dal ministro della Difesa di Tripoli, mentre la Brigata 48 risponde direttamente al ministro dell’Interno del governo libico.
Come si legge nell’inchiesta, il governo italiano è a conoscenza dell’accordo tra Tripoli e le bande criminali, ma il ministero degli Esteri ha negato qualsiasi coinvolgimento. “Il governo italiano non tratta con i trafficanti di esseri umani”, ha detto ad Ap una fonte della Farnesina.
Il coinvolgimento di questi gruppi armati nel traffico di migranti è stato confermato all’agenzia di stampa statunitense da diverse fonti interne al governo libico. L’inchiesta riporta come il governo italiano abbia trattato direttamente con le milizie di Sabrata al fine di bloccare i migranti in Libia.
“I trafficanti di ieri sono le forze anti-trafficanti di oggi”, ha detto una di queste fonti. Le milizie della città usano l’accordo con Tripoli per rafforzare la propria posizione sull’intera area.
“Quando la luna di miele tra loro e gli italiani sarà finita, avremo una situazione molto più pericolosa”, ha raccontato la stessa fonte ad Ap. Secondo i funzionari libici interpellati, le forze governative libiche non sono abbastanza forti per contrastare apertamente le milizie. Per questo ne cercano l’alleanza.
Nonostante il calo degli sbarchi avvenuto tra luglio e agosto, gli arrivi in Italia dalla Libia nel 2017 sono calati sono del 6,8 per cento rispetto all’anno precedente. Quest’anno sono giunti in Italia almeno 98.145 migranti, contro i 105,357 nello stesso periodo del 2016.
“I migranti sono semplicemente bloccati lì”, ha detto ad Associated Press Marco Rotunno, portavoce in Sicilia per l’Agenzia Onu per i rifugiati. “Se non arriveranno oggi, arriveranno un altro giorno, a meno che non si trovi una soluzione al problema”.
– LEGGI ANCHE: “Le pallottole che ci ha sparato la guardia costiera libica sono pagate dall’Europa”