“Sono stato io ad appiccare l’incendio nella cattedrale di Nantes”: il volontario confessa
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“Sono stato io ad appiccare l’incendio alla cattedrale di Nantes”: una settimana dopo, il volontario ha confessato. È lui il responsabile del rogo che all’alba di sabato 18 luglio ha semi-distrutto la chiesa gotica, le cui torri arrivano più in alto di Notre Dame (37,5 metri). L’uomo è un immigrato ruandese di 39 anni che vive in Francia da alcuni anni. Ignote al momento le ragioni del gesto.
“Il mio cliente si rammarica amaramente dei fatti, confessare è stata una liberazione per lui”, ha riferito il suo avvocato alla stampa locale, raccontando che l’uomo è “divorato dai rimorsi e sopraffatto dalla portata degli eventi”. Il volontario – che nei giorni scorsi era già stato arrestato e subito rilasciato – ha confessato nella notte tra sabato 25 e domenica 26 luglio.
Fin da subito era stato lui il principale sospettato, essendo il responsabile della chiusura della cattedrale la sera prima del disastro. La Polizia lo aveva preso in custodia la prima volta lo stesso 18 luglio, poche ore dopo l’incendio, e lo aveva rilasciarlo il giorno dopo.
L’uomo ha ammesso di aver appiccato tre fuochi nella cattedrale: uno sul grande organo, uno sul piccolo organo e uno sul quadro elettrico. Il procuratore di Nantes, Pierre Sennès, ha spiegato che il volontario – incriminato per distruzione e danni da incendio – è in arresto e rischia “una pena detentiva di 10 anni e una multa di 150mila euro”.
A lanciare l’allarme per il rogo erano stati alcuni passanti, intorno alle 7.45 del 18 luglio, notando le fiamme uscire dalla cattedrale. I Vigili del Fuoco hanno impiegato circa due ore per contenere l’incendio, che ha distrutto in particolare un dipinto del 19esimo secolo di Ippolito Flandrin e il grande organo.
Lo Stato “farà la sua parte” nella ricostruzione”, ha promesso il primo ministro francese, Jean Castex, che è venuto a Nantes per congratularsi con i pompieri il giorno dell’incendio.