L’imprenditrice ghanese che costruisce bici di bambù e salva tanti giovani dalla disoccupazione
Bernice Dapaah ha dato vita a un'impresa che oggi impiega decine di giovani ghanesi e ha creato un modello imprenditoriale ecosostenibile
La chiamano la regina del bambù. Lei è Bernice Dapaah ed è considerata una delle più giovani imprenditrici del Ghana. La donna è diventata nota non solo in patria, ma anche oltre confine per un’idea semplice e al contempo funzionale: la progettazione e la realizzazione di bici in bambù.
Dapaah ha sfruttato le risorse naturali del suo paese e ha contribuito a creare un sistema di trasporti eco-sostenibili. Non solo. Con la sua impresa ha creato opportunità lavorative in un paese dove dilaga la disoccupazione giovanile.
Attualmente la giovane imprenditrice ghanese ricopre la carica di direttore esecutivo dell’impresa da lei fondata e denominata Ghana Bamboo Bike Initiative. Quest’ultima si caratterizza essenzialmente per il suo scopo sociale, in quanto si preoccupa di trovare delle soluzioni a problemi come il cambiamento climatico, la povertà e il fenomeno della migrazione dalle campagne povere alle aree urbane.
L’azienda ecosostenibile si pone come obiettivi prioritari la creazione di posti di lavoro e l’impiego di competenze sempre più specifiche per la realizzazione dei suoi manufatti di altissima qualità realizzati in maniera artigianale.
Il prodotto di punta è la bici di bambù esportata negli ultimi anche sui mercati internazionali, europei e statunitensi. In un anno, l’impresa guidata da Bernice Dapaah ha venduto oltre 2mila fra biciclette e telai realizzati in bambù, con l’impiego di 35 risorse.
Tutto questo è stato possibile grazie al duro lavoro e all’occhio vigile della giovane imprenditrice in erba.
(Qui sotto il video che mostra il quotidiano lavoro svolto per la realizzazione delle bici in bambù. L’articolo prosegue sotto)
Una laurea in amministrazione aziendale all’Università di Kumasi, nel Ghana meridionale, e un master in gestione delle risorse umane conseguito nel Regno Unito. Il desiderio di intraprendere la strada imprenditoriale era nato in Dapaah già durante gli anni universitari, grazie ai continui incoraggiamenti da parte dei suoi docenti.
Nel 2009, la donna decise di tracciare un percorso non convenzionale nel mondo del lavoro. Toccando con mano la piaga della disoccupazione nel suo paese, Dapaah si unì a un gruppo di giovani studenti di ingegneria che potessero aiutarla a creare un prodotto innovativo sfruttando una delle risorse naturali che abbondavano in Ghana: il bambù.
Il risultato è stato la fondazione di un’impresa sociale con sede a Kumasi, che oggi è appunto conosciuta come Ghana Bamboo Bike Initiative. Qui vengono prodotte decine di biciclette resistenti e leggere allo stesso tempo, interamente fatte con il bambù e costruite da un team sempre crescente di giovani che hanno ricevuto un’apposita formazione teorica e pratica.
Il progetto portato avanti da Bernice e il suo team ha un valore economico e sociale altissimo: non solo le bici rappresentano una soluzione economicamente accessibile a tutti, ma rispettano l’ambiente in quanto costituiscono una valida alternativa alle auto.
Non solo. Il bambù cresce rapidamente nelle piantagioni e produce fino al 35 per cento in più di ossigeno rispetto agli altri alberi. Inoltre, aiuta a prevenire l’erosione del suolo che incarna una delle principali preoccupazioni per gli agricoltori ghanesi.
Il bambù rappresenta un sostituto alternativo al legno e ai prodotti realizzati con questo materiale. Inoltre, le piante di bambù si rigenerano più velocemente degli alberi e aiutano a ridurre il tasso di deforestazione. La coltivazione di bambù, la raccolta e la sua lavorazione offrono enormi vantaggi socio-economici e benefici ambientali.
In Ghana, le bici di bambù costano all’incirca 115 euro e possiedono una serie di caratteristiche che le rendono una formidabile alternativa alle strutture d’acciaio delle bici tradizionali. “Il bambù è cinque volte più resistente dell’acciaio, a tal punto che in Cina lo impiegano anche per costruire le impalcature. Inoltre, questo prodotto totalmente naturale rispetta l’ambiente”, ha spiegato Dapaah.
Visti i successi a cui si sono sommati negli ultimi sei anni innumerevoli riconoscimenti internazionali, la donna e il suo team hanno progettato la realizzazione di due nuovi laboratori fuori da Kumasi, nella regione di Brong-Ahafo. Qui saranno impiegate circa 50 persone.
Nelle vesti di direttrice esecutiva, Dapaah ha la responsabilità di assicurarsi che i progetti vengano realizzati senza intoppi, che si sviluppino e si realizzino biciclette di alta qualità e si raggiungano così gli obiettivi prefissati. Invece, come imprenditrice attenta al sociale, la donna si serve della sua impresa per tamponare la disoccupazione, impiegando giovani donne e uomini.
L’idea di fondo è la seguente: ciascun dipendente viene formato sia sul lato teorico, sia su quello pratico e diventa a sua volta in grado di formare altro personale qualificato.
“La parte preferita del mio lavoro è quando vado in officina per vedere i giovani dipendenti che si guadagnano da vivere”, ha raccontato ancora Dapaah. “Mi sento così felice quando vedo il loro impegno”.
Grazie a questa idea semplice e innovativa, l’imprenditrice ghanese e la sua squadra hanno collezionato numerosi riconoscimenti a livello internazionale, arrivando perfino a conquistare le lodi dell’ormai ex Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon.