Trump messo sotto impeachment alla Camera: 230 sì 197 no. Il tycoon: “Nulla di sbagliato”
Dopo 8 ore di dibattito, la Camera Usa ha votato la messa in stato di accusa nei confronti del presidente degli Stati Uniti
Impeachment Trump, la Camera Usa vota sì
Donald J. Trump è il terzo presidente nella storia degli Stati Uniti a finire sotto impeachment, dopo Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998 (Nixon si dimise prima del voto).
Impeachment Trump: un voto storico
Il 18 dicembre la Camera Usa lo ha incriminato, approvando con 230 sì e 197 no due atti d’accusa: il primo per abuso di potere, a causa delle pressioni fatte sul collega ucraino Zelensky affinché indagasse sulle attività dei Biden a Kiev e il secondo per ostruzione del Congresso, per aver ostacolato l’inchiesta sul suo comportamento che la Costituzione affida ai deputati.
Il voto però è stato partitico. In entrambi i casi tutti i repubblicani, tranne Justin Amash che ha lasciato il Gop da tempo, hanno difeso il loro presidente, mentre due democratici nel primo voto, Peterson e Van Drew, e tre nel secondo, cioè gli stessi Peterson, Van Drew e Golden, si sono espressi contro l’impeachement.
Nancy Pelosi e i dem esultano
La presidente della Camera Nancy Pelosi aveva arringato in seduta plenaria affermando: “Non ci ha dato altra scelta”. Ora la procedura dovrebbe passare nelle mani del Senato, dove l’assoluzione di Trump è garantita dal fatto che i repubblicani hanno la maggioranza in questa aula.
Pelosi ha però sorpreso tutti, ipotizzando di non trasferire la questione al Senato per il processo, fino a quando non avrà la garanzia che si tenga un vero dibattimento con la convocazione di nuovi testimoni. Così ha minacciato di tenere il presidente in sospeso, impedendo il suo scagionamento fino a quando tutte le persone informate dei fatti parleranno.
I dem esultano e il miliardario Michael Bloomberg, candidato alla presidenza con i democratici, ha commentando la messa in stato di accusa di Trump anticipando l’assoluzione da parte del Senato controllato dal Grand Old Party: “Approvando l’impeachment contro Trump, la Camera dei Rappresentanti Usa ha fatto il suo dovere costituzionale. Sfortunatamente sembra sempre più evidente che il Senato repubblicano non lo farà. Questa questione non sarà risolta fino al prossimo novembre dal popolo americano”.
La rabbia di Trump
Intanto, il presidente incriminato esprime la sua rabbia: “Riuscite a credere che oggi sarò messo sotto accusa dalla sinistra radicale, e dai fannulloni democratici, e non ho fatto niente!” ha scritto sul suo profilo Twitter il presidente Usa Donald Trump. “Una cosa terribile. Leggete le trascrizioni. Questo non dovrebbe mai più succedere ad un altro presidente. Dite una preghiera!” ha continuato il tycoon nel suo tweet.
Il presidente, che ha seguito il dibattito alla Casa Bianca, ha poi definito Nancy Pelosi “la peggiore speaker della storia”.