Il Governo ungherese: “Ilaria Salis non è una martire. Inutili le pressioni dall’Italia”
“Nessuna richiesta diretta da parte del Governo italiano (o di qualsiasi altro importante organo di informazione) al Governo ungherese renderà più semplice difendere la causa di Salis, perché il Governo, come in qualsiasi altra democrazia moderna, non ha alcun controllo sui tribunali”. Lo scrive sul social X il portavoce dell’esecutivo ungherese, Zoltan Kovacs. Un messaggio che allontana ulteriormente le speranze di far uscire Ilaria Salis dal carcere in cui è detenuta dal febbraio 2023.
“Dobbiamo chiarire che nessuno, nessun gruppo di estrema sinistra, dovrebbe vedere l’Ungheria come una sorta di ring di pugilato dove venire e pianificare di picchiare qualcuno a morte”, sottolinea il portavoce, che accompagna al messaggio il video dell’aggressione a un militante neonazista a cui avrebbe partecipato anche la 39enne italiana.
Kovacs tagga anche alcuni giornali italiani, tra cui Corriere della Sera, La Repubblica, Rainews e Fatto Quotidiano. “Da metà febbraio – scrive – il padre di Ilaria Salis, Roberto Salis, ha fatto il giro dei media europei dicendo di essere ‘preoccupato’ per la sicurezza di sua figlia finché sarà in Ungheria”.
“Giovedì scorso – prosegue il portavoce nella sua ricostruzione – il Tribunale di Budapest ha respinto la richiesta di Salis di arresti domiciliari, affermando che esisteva il rischio che fuggisse o si nascondesse. Per lei la Procura chiede ora una condanna a 11 anni. Perché? Perché c’è il ragionevole sospetto che Ilaria Salis si sia recata in Ungheria con i suoi due soci antifa con l’obiettivo di picchiare persone innocenti per le strade di Budapest. Nel frattempo, i media italiani hanno fatto del loro meglio per dipingere Salis come un martire”.
Kovacs ricorda poi la dichiarazione resa dal ministro degli Esteri ungherese, Péter Futsal Szijjártó: “È sorprendente che dall’Italia stiano cercando di interferire in un caso giudiziario ungherese”. “Sottolineando la natura premeditata dell’atto – prosegue il portavoce di Budapest – il ministro degli Esteri ha affermato che non si è trattato di un crimine commesso per capriccio ma di un atto ben ponderato e pianificato. Hanno quasi ucciso delle persone in Ungheria, e ora lei è dipinta come una martire”.
Nei giorni scorsi Roberto Salis – che in precedenza si era detto deluso dal Governo Meloni – ha scritto una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato ha risposto telefonando al padre di Salis ed esprimendogli vicinanza e promettendogli – secondo quanto riferito dallo stesso Salis – “il suo personale interessamento al caso”. Ma ora questo messaggio da Budapest rende tutto più difficile.
“Il processo è già stato fatto, il verdetto è già stato emesso, non si capisce perché proseguano con le udienze”. Così Roberto Salis commenta le parole del portavoce del Governo ungherese. “Quando c’è un politico che se la prende con un privato cittadino di un altro Stato è chiaro che c’è qualcosa di incredibile”.