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Home » Esteri

Il più grande sacrificio di animali

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Oggi inizia il festival hindu del Gadhimai Mela. L'ultima volta che si è svolto, 250mila capi di bestiame sono stati sgozzati

Migliaia di devoti hindu armati di spade si sono ritrovati oggi nel villaggio nepalese di Bariyapur, vicino al confine indiano, per festeggiare l’inizio della festività del Gadhimai Mela, durante la quale avverrà un enorme sacrificio di animali.

Il festival si celebra ogni 5 anni alla fine di novembre, davanti al tempio della divinità hindu Gadhimai. Per l’occasione vengono sgozzati o decapitati centinaia di migliaia di capi di bestiame.

Si stima che l’ultima volta che il Gadhimai Mela si è svolto, nel 2009, abbiano perso la vita oltre 250mila animali tra capre e bufali.

Uccidendo il bestiame, i devoti sperano di assicurarsi i favori della divinità, ma sono molte le organizzazioni, sia in India – dove i sacrifici di animali sono stati banditi – che in Nepal, a opporsi al bagno di sangue.

“Le scene e i rumori a cui si assiste sono inimmaginabili”, ha scritto Jayasimha Nuggehalli, direttore del distaccamento indiano della Humane Society International, una Ong che si batte per la difesa dei diritti degli animali.

“Ci sono pozze di sangue dappertutto, animali che gemono in preda al panico o al dolore, il tutto mentre i bambini assistono con occhi sgranati. Alcune persone addirittura bevono il sangue dalle carcasse decapitate ancora calde”, racconta Nuggehalli.

Nel tentativo di ridurre l’entità del massacro, il governo indiano ha proibito a tutti gli stati confinanti con il Nepal di esportare bestiame durante il mese di novembre. Inoltre, numerosi attivisti indiani hanno pattugliato i confini nel tentativo di bloccare i devoti che portavano animali in Nepal clandestinamente, ma con scarsi risultati.

Mangal Chaudhary, una delle principali figure religiose a capo del tempio dedicato alla divinità Gadhimai, difende la tradizione e chiede che venga rispettata. “Alla base della nostra venerazione per Gadhimai c’è il sacrificio degli animali,” ha detto l’uomo. “È una nostra tradizione e in quanto tale, continuerà”.

 

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