Il Paese degli studenti infelici
Sono tra i migliori studenti del mondo. Ma a un caro prezzo
Da molti punti di vista la Corea del sud è un paese in piena crescita. Dalla fine 2009, quando la disoccupazione aveva raggiunto il picco del 4,7 per cento, il livello è diminuito progressivamente, arrivando al 3 per cento negli ultimi mesi. Le esportazioni sono in forte espansione, e rappresentano la principale fonte di guadagno del paese.
Secondo i dati di uno studio Ocse che indaga ogni tre anni sulla conoscenza della matematica, delle scienze e sull’abilità di lettura degli studenti in 65 Paesi, i coreani sono tra i migliori. Il Pisa (questo il nome della ricerca) rivela che i giovani sudcoreani eccellono soprattutto nella lettura e in matematica.
Tuttavia c’è un’altra classifica in cui la Corea è il fanalino di coda: quella stilata sulla felicità degli studenti.
Non è un segreto che molti alunni coreani siano infelici, soprattutto quelli degli istituti superiori: preparare il College Scholastic Ability Test, che determinerà il loro futuro al college, è un’attività molto intensa e stressante sotto diversi punti di vista. Soprattutto perché le università più prestigiose, le cosiddette “Sky schools”, (Seoul National, Korea and Yonsei) offrono molti vantaggi a chi le frequenta e aprono le più importanti porte del mercato del lavoro, cosa che altri istituti non fanno.
Ad aumentare la tensione degli studenti ci sono le aspettative dei genitori che, sempre secondo l’Ocse, ripongono molte speranze nel futuro universitario dei loro figli.
L’intensità con cui la Corea ha investito sull’istruzione negli ultimi cinquant’anni ha fatto un piccolo miracolo. Nel 1960 era uno dei paesi più poveri del mondo, con un reddito pro capite assai inferiore a quello di molti paesi dell’Africa sub sahariana e dell’America Latina.Oggi è invece la quindicesima economia del mondo, con un reddito a persona degno di un paese Europeo.
Ma ci sono segnali per cui la Corea dovrebbe considerare qualche piccolo cambiamento nel suo sistema d’istruzione.
Per esempio, mentre i suicidi in molte nazioni sviluppate sono diminuiti notevolmente, in Corea il tasso è ancora alto. Nel frattempo il livello delle nascite è crollato, facendone uno dei più bassi del mondo moderno. Questo è parzialmente attribuibile alle spese e agli sforzi che richiede l’educazione coreana.
Il basso numero delle nuove nascite ha portato la Corea a essere una delle più vecchie società del pianeta, il che potrebbe essere anche un ostacolo per la crescita economica del Paese nei prossimi decenni.
Articolo pubblicato su Quartz – Traduzione di Samuele Maffizzoli per The Post Internazionale.