“Oggi è il giorno del mercato delle schiave”, dice un uomo. “Anche noi dovremmo avere la nostra parte”, dice un altro. “Dov’è la mia ragazza yazida?”, chiede sogghignando verso la telecamera.
In un video caricato su Youtube, diversi miliziani dell’Isis sono intenti a trattare l’acquisto di ragazze yazide, anche 15enni, in cambio di denaro o armi. I combattenti sghignazzano mentre discutono della compravendita delle donne.
Non appena un potenziale mercante si fa avanti dicendo di avere una ragazza schiava da vendere, i combattenti iniziano a discutere i termini della compravendita, offrendo dalle tre alle cinque banconote — ciascuna delle quali si stima abbia un valore di circa 100 dollari.
“Il prezzo cambia se ha gli occhi azzurri”, dice uno. “Ne ho venduta una in cambio di una pistola”, replica il venditore. “Voglio verificare dai denti se ha davvero quindici anni”, spiega un altro.
Il video è stato girato vicino a Mosul, la seconda città più grande dell’Iraq, che è stata conquistata dall’Isis la scorsa estate, ma non è stato ancora verificato da fonti indipendenti. I miliziani dell’Isis tuttavia hanno ammesso di aver schiavizzato e venduto ragazze yazide, giustificando il traffico di donne con motivazioni religiosi.
Gli yazidi sono considerati da parte degli estremisti sunniti apostati e adoratori del diavolo, dal momento che professano una religione che risale all’antica Mesopotamia e che raccoglie nelle sue tradizioni elementi dello Zoroastrismo e del Sufismo.
In un articolo pubblicato in lingua inglese sull’ultimo numero della rivista dello Stato Islamico Dabiq, si legge che le donne e i bambini yazidi catturati durante l’offensiva militare in Sinjar, nel nord dell’Iraq, sono stati divisi tra i combattenti secondo la loro applicazione della sharia, la legge islamica.
Si stima che migliaia di queste donne siano state rinchiuse in diversi bordelli di Iraq e Siria e che più di 2.500 yazide siano state rapite dai militanti dello Stato Islamico, afferma Nazand Begikhani, una consulente per la parità dei generi presso il governo regionale del Kurdistan e ricercatrice per il Gender and Violence Research Center dell’università di Bristol.
“Queste donne vengono trattate come se fossero bestiame”, ha spiegato Nazand Begikhani. “Sono soggette a violenze fisiche e sessuali, compresi stupri seriali e schiavitù. Vengono messe in mostra nei mercati di Mosul e Raqqa, in Siria, con tanto di targhette che ne indicano il prezzo”.
Tutti possono comprare una ragazza yazida al mercato. Il prezzo varia dagli 800 agli 8mila dollari, a seconda della sua bellezza.
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N.B. In una versione precedente di questo articolo apparivano due video per paura che uno dei due venisse rimosso da Youtube, così come è poi avvenuto.
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