I premi Pulitzer 2013
Dallo scandalo corruzione in Cina alle pratiche oscure di Apple
Il premio Pulitzer, la più prestigiosa onorificenza nazionale per il giornalismo, i successi letterari e le composizioni musicali, è stato assegnato lunedì alla Columbia University di New York.
Tra i premi che hanno avuto più risonanza, il premio Pulitzer per la sezione internazionale è andato a David Barboza del New York Times per la sua indagine sulla corruzione del governo cinese ai più alti livelli. La storia del caporedattore del Nyt a Shanghai ha fatto luce sulla ricchezza segreta accumulata dai parenti stretti dell’ex primo ministro Wen Jiabao, che ammonta a miliardi di dollari. La sua inchiesta, ricca di un’accurata documentazione, si è compiuta “di fronte alle pesanti pressioni” dei funzionari cinesi, ha detto la giuria del premio.
Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying ha ripetuto la condanna del suo governo sull’indagine. “La nostra posizione e l’atteggiamento su questo tema è molto chiara. Crediamo che il relativo rapporto del New York Times avesse secondi fini”, ha detto ai giornalisti a Pechino, senza specificare. Le autorità cinesi avevano dichiarato che la storia si basa su “voci” che si oppongono allo sviluppo del Paese. I siti web cinese e inglese del New York Times sono stati successivamente bloccati e restano inaccessibili in Cina.
Lo staff del New York Times ha vinto un premio Pulitzer anche per la sua copertura sulle pratiche commerciali di Apple e altre società tecnologiche che “illustrano il lato più oscuro di un’economia globale in mutamento per i lavoratori e i consumatori”, ha detto. In particolare sono stati indagate le condizioni lavorative all’interno delle fabbriche cinesi della Foxconn, l’industria che produce l’hardware per la Apple. Le pubblicazioni hanno avuto un forte impatto sull’attenzione e la trasparenza dell’azienda di Cupertino riguardo al trattamento degli operai cinesi.
Infine, mentre il mondo aspetta di vedere quello che farà la dittatura della Corea del Nord in campo nucleare, il premio della sezione narrativa è andato al romanzo di Adam Johnson, “Il signore degli orfani”. La giuria lo ha definito “un romanzo che porta il lettore in un viaggio avventuroso nelle profondità del regime totalitario di Pyongyang”.
“Ho voluto dare un quadro di ciò che è significa essere una persona comune in Corea del Nord”, ha detto Johnson. “È illegale lì per i cittadini di interagire con gli stranieri, quindi l’unico modo in cui potevo davvero arrivare a conoscere questa gente era attraverso la mia immaginazione.”