“Anche in Italia violazioni di diritti umani”: la denuncia del leader delle proteste di Hong Kong Joshua Wong
"A Hong Kong la polizia spara sui cittadini, arresta giornalisti e infermieri, costringe gli studenti a rifugiarsi nelle università. Non si può restare a guardare. Italia compresa"
Il leader delle proteste di Hong Kong: “Anche in Italia violazioni di diritti umani”
“Analoghe iniziative legislative come la Legge sui diritti umani e la democrazia di Hong Kong dovrebbero essere attuate in Italia per fermare ulteriori violazioni dei diritti umani”. A scrivere questa frase è Joshua Wong, attivista per la democrazia e leader delle proteste che vanno avanti da mesi a Hong Kong.
Wong scrive il suo avvertimento su Twitter, ma precedentemente aveva già più volte ribadito: “Il mio messaggio agli italiani è lo stesso che ho per tutto il resto del mondo. Non abbandonateci, aiutateci, aiutate la nostra lotta per la democrazia. Oggi Hong Kong sta soffrendo una crisi umanitaria senza precedenti. Non lasciateci soli”.
Wong non verrà in Italia
L’attivista sarebbe dovuto venire in visita in Italia a novembre 2019, ma l’Alta Corte di Hong Kong ha respinto il ricorso di espatrio per un viaggio in Europa a causa del pericolo di fuga. A riferirlo è un post sull’account di Telegram di Demosisto, il partito da lui co-fondato.
Wong, libero su cauzione da fine agosto, è sotto indagine per la partecipazione a manifestazioni non autorizzate. Wong avrebbe dovuto recarsi anche in Italia, ospite il 27 novembre a Milano della Fondazione Feltrinelli.
Wong contava sul via libera della Corte al viaggio, in linea con quanto concessogli di recente per andare a Taiwan, in Germania e negli Usa, per poter raggiungere sei Paesi europei: Italia, Francia, Belgio, Svizzera, Germania e Gran Bretagna, con inviti di peso, tra audizioni parlamentari e discorsi in vari eventi.
“Non ho libertà di movimento”
Joshua Wong contesta il divieto all’espatrio confermato dall’Alta Corte di Hong Kong: “Privandomi della libertà di movimento, la Corte ha imposto una punizione aggiuntiva prima che sia provata la colpevolezza”, ha detto l’ex leader del ‘movimento degli ombrelli’ del 2014 in un commento sui social. “E’ chiaro che il modello ‘un Paese, due sistemi’ sia vicino al collasso e sforzi concordati sono necessari per aiutare Hong
Kong”, ha poi aggiunto Wong, assicurando che continuerà a chiedere il sostegno internazionale.