Hong Kong, dopo il blitz vanno a ruba le 500mila copie dell’Apple Daily: edicole prese d’assalto
Dopo il blitz in redazione e gli arresti, il tabloid di Hong Kong “Apple Daily” fa il tutto esaurito e vende le 500mila copie di tiratura speciale, rispetto alle 80mila normali. Nella mattinata del 18 giugno le edicole sono state prese d’assalto dai cittadini con code fin dall’alba.
All’indomani del blitz della polizia con 500 agenti nella redazione del quotidiano pro-democrazia e gli arresti del suo direttore Ryan Law e dei vertici della società editrice Next Digital, gli abitanti dell’ex colonia hanno espresso la loro solidarietà per un’azione spettacolarizzata che mette a rischio la libertà di stampa, parte di un’indagine per verificare se alcuni articoli fossero una minaccia per la sicurezza nazionale cinese.
L’Apple Daily fondato 26 anni fa da Jimmy Lai, in carcere da fine 2020, combina interventi a favore della democrazia a pettegolezzi sulle celebrità e sulle inchieste contro coloro che sono al potere: alcune edicole nel centro hanno già nel primo mattino pubblicato già l’annuncio del tutto esaurito per il popolare quotidiano.
La polizia, oltre ai 5 arresti, ha congelato asset del valore di 2,3 milioni di dollari di beni di proprietà di tre società collegate alla testata. Il blitz di ieri è stato il secondo nella redazione del tabloid, dopo quello eseguito lo scorso anno con l’arresto del tycoon Jimmy Lai, attivista pro-democrazia e convinto critico di Pechino, proprietario di Next Digital che pubblica l’Apple Daily. Anche questa volta il giornale ha mandato in stampa un numero simile di copie a quello seguito all’arresto di Lai di agosto 2020.
La prima pagina di oggi ha riportato il raid con i 500 agenti, rimarcando l’avvenuto sequestro di 44 dischi di memoria come prova e l’indagine che, per la prima volta, mette nel mirino gli articoli dei media come potenzialmente in violazione della legge sulla sicurezza nazionale, imposta da Pechino a giugno 2020 in risposta alle proteste di massa pro-democrazia del 2019.
L’Ue e la Gran Bretagna hanno criticato il raid, una conferma di come la Cina stia usando la legge per reprimere il dissenso piuttosto che occuparsi della sicurezza pubblica, mentre gli Stati Uniti hanno affermato che l’uso “selettivo” della legge ha preso di mira “arbitrariamente” i media indipendenti.