Le Hawaii hanno fatto ricorso contro il secondo Muslim ban di Trump
Lo stato ha chiesto l'intervento dei giudici per stabilire la costituzionalità del nuovo provvedimento, che danneggia il suo turismo e le sue università
Il primo ricorso contro il nuovo Muslim ban di Trump arriva dalle Hawaii. Lo stato ha chiesto alla corte federale di pronunciarsi sull’effettiva costituzionalità del provvedimento che blocca l’accesso negli Stati Uniti ai cittadini di sei paesi a maggioranza musulmana.
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Le Hawaii lamentano un possibile danno alle università statali che ospitano diversi studenti stranieri e ai flussi turistici. “Questo secondo ordine esecutivo presenta gli stessi problemi legali del primo”, si legge nei documenti dello stato presentati il 7 marzo.
I giudici potrebbero decidere di restringere l’applicazione del Muslim ban a livello nazionale. Il giudice distrettuale degli Stati Uniti Derrick Watson ha detto che le Hawaii potrebbe intentare una causa contro la decisione dell’amministrazione Trump.
Secondo Watson lo stato potrebbe rivedere i termini di un precedente procedimento giudiziario avviato quando il Muslim ban fu emesso nella sua prima versione a gennaio 2017. Il pronunciamento della corte arriverà il 15 marzo, il giorno prima dell’entrata in vigore del divieto.
Molti esperti legali dubitano del successo della causa visto che il provvedimento è stato già mitigato rispetto a quando è stato emesso per la prima volta e prevede numerose eccezioni. Innanzitutto, dalla lista dei paesi interdetti è stato escluso l’Iraq. E nessun problema dovrebbe essere incontrato dai residenti di lungo periodo nel paese. Infine, è stato eliminato il blocco indefinito per i rifugiati siriani.
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