Hawaii distrutte dagli incendi: oltre 90 vittime accertate, almeno mille i dispersi
Il racconto del ristoratore italiano sopravvissuto
Sembra l’Apocalisse. Gli incendi stanno devastando le Isole Hawaii. L’ultimo bilancio, assolutamente provvisorio, parla di 93 morti accertati. Un numero purtroppo destinato ad aumentare. Si tratta del più grave disastro degli ultimi cento anni di storia degli Stati Uniti d’America. Supera infatti il bilancio del rogo 2018 a Camp in California dove persero la vita 85 persone.
Almeno un migliaio i dispersi, e i soccorritori non hanno ancora controllato l’interno delle case, dove molti potrebbero essere rimasti intrappolati, né terminato le ricerche in mare, dove diversi abitanti si sono gettati per sfuggire alle fiamme. Per trovare i cadaveri si impiegano anche cani speciali. Quasi 1.500 persone invece sono ospitate in rifugi di emergenza.
Intanto l’attorney general delle Hawaii Anne Lopez ha annunciato l’apertura di un’inchiesta sulle decisioni e sulle misure prese dalle autorità prima, durante e dopo gli incendi, e ha promesso di rendere pubbliche le conclusioni. Cambiamento climatico, dunque, ma anche tanti errori umani e scarsa prevenzione.
La società elettrica Hawaiian Elctric, ad esempio, pur essendo a conoscenza delle previsioni di potenti raffiche di vento e del pericolo incendi, non ha adottato quella che ormai è considerata la misura più efficace: staccare la corrente nelle aree a rischio, come fanno molti Stati Usa. Inoltre le sirene del sistema d’allarme non sono state attivate, mentre i messaggi di allerta sui telefonini non sono arrivati per mancanza di copertura.
Il Lahaina fire ha mandato in fumo 2170 acri di terreno, e danneggiato o distrutto 2719 edifici, di cui l’86% residenziali. E ci sono ancora attivi alcuni focolai. Ora servono urgentemente cibo, acqua, farmaci, prodotti per la pulizia e l’igiene.
I residenti di Lahaina sono stati autorizzati per la prima volta a tornare nella loro cittadina. Quasi tutti hanno trovato la propria casa in cenere, struggendosi per aver perso tutto ma consolandosi spesso per aver rivisto sani e salvi amici e vicini. I pochi che hanno gridano al miracolo per l’abitazione intatta non la vogliono più lasciare temendo gli sciacalli, nonostante il rischio che sia insicura e con acqua contaminata.
Il ristoratore italiano
E c’è anche un italiano tra i sopravvissuti agli incendi. Si tratta del ristoratore Michele Di Bari, che si è salvato imboccando il bivio giusto: “Chi è andato verso il mare è morto”, racconta a Repubblica. Ora però ha perso tutto. “Non abbiamo ricevuto alert, né ordini di evacuazione: martedì pomeriggio eravamo in centro a Lahaina, chiusi in casa perché stava passando la coda dell’uragano, un fenomeno usuale. Ci siamo accorti quasi per caso di quanto stava accadendo. Con mia moglie e mia figlia di 12 anni, abbiamo deciso in fretta di scappare. Volevamo passare dal nostro ristorante poche centinaia di metri più in là a far scorta di acqua ma per fortuna non lo abbiamo fatto”.