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Guinea-Bissau, niente ballottaggio per il presidente uscente

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Domingos Simoes Pereira, espressione del Partito per l’indipendenza della Guinea e di Capo Verde (Paigc) e Umaro Sissoco Embalo, sostenuto dal movimento Madem G15, sono arrivati rispettivamente primo e secondo nel primo turno delle elezioni presidenziali della Guinea-Bissau dello scorso 24 novembre e se la vedranno al ballottaggio.

Entrambi i candidati hanno ricoperto in passato l’incarico di Primo ministro del piccolo Paese africano durante il mandato del presidente Jose Mario Vaz. Simoes Pereira si è piazzato primo nel voto con circa il 40 per cento dei consensi, seguito da Embalo intorno al 28, secondo quanto reso noto dal presidente della commissione elettorale Jose Pedro Sambu. Embalo, tuttavia, ha affermato che secondo i suoi sostenitori il margine tra i due candidati sarebbe decisamente più ridotto, e Pereira starebbe conducendo di appena due punti con il 38 per cento contro il 36. Il ballottaggio si terrà il prossimo 29 dicembre.

Il presidente uscente Jose Mario Vaz, anche lui tra i candidati, è arrivato addirittura in quarta posizione, a larga distanza dai primi due e dietro anche a Nuno Gomes Nabiam, e rimarrà dunque fuori dal ballottaggio dopo un mandato segnato da numerosi problemi.

“Le elezioni sono state giuste, libere e trasparenti”, ha detto Pereira ai giornalisti. “Siamo soddisfatti dei risultati. Saluto Umaro Embalo Cissoko, il mio avversario del secondo turno, che rispetto”. Pereira ha fatto campagna cercando di porsi come modernizzatore del Paese, e ha promesso di rafforzare settori quali la sanità e l’istruzione, fatto che lo ha reso popolare tra i giovani elettori di Bissau.

Embalo si è detto fiducioso di ottenere la vittoria. “Vincerò il ballottaggio e guiderò una crociata contro il traffico di droga e la corruzione”, ha detto ai giornalisti, citando due dei maggiori problemi del Paese africano.

Vaz non ha al momento rilasciato dichiarazioni pubbliche in seguito ai risultati deludenti che lo tengono fuori dal ballottaggio e non ha fatto sapere se sosterrà uno dei due candidati al ballottaggio. Il presidente, al potere dal 2014, ha ricevuto appena il 12 per cento dei voti.

Durante la sua presidenza, Vaz ha dovuto affrontare molti problemi, e nonostante sia riuscito a portare a termine il suo mandato sconta il fatto di non essere riuscito a tenere sufficientemente sotto controllo la corruzione e il traffico di droga, due problemi storici della Guinea Bissau. Quest’anno, il piccolo Paese africano, ritenuto un crocevia del traffico internazionale di droga, ha intercettato oltre 2,5 tonnellate di cocaina che si ritiene fossero in rotta dal Sud America all’Europa.

L’instabilità politica del Paese, che ha cambiato diversi Primi ministri negli ultimi anni, ha contribuito a danneggiare l’economia, che dipende fortemente dai prezzi volatili degli anacardi, la principale fonte di reddito per oltre i due terzi delle famiglie e di cui la Guinea Bissau è uno dei principali produttori globali.

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