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Home » Esteri

Ucraina, Trump ammette: “La Russia ha tutte le carte in mano”. E attacca ancora Zelensky: “Rifiuta di indire elezioni”

Immagine di copertina
Credit: CNP/AdMedia/SIPA / AGF

"Hanno conquistato molto territorio", ha ricordato il presidente Usa alla stampa presente a bordo dell'Air Force One

La Russia ha “tutte le carte in mano” per partecipare a qualsiasi colloquio di pace per porre fine alla guerra in Ucraina, perché ha “conquistato molto territorio”. L’ammissione è arrivata nella notte italiana da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante una breve conferenza stampa a bordo dell’Air Force One di ritorno a Washington dopo essere intervenuto a un evento promosso dall’Arabia Saudita in Florida, dove – per la seconda volta in un solo giorno – aveva definito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky un “dittatore”.

“Possiamo raggiungere un accordo con la Russia per fermare le uccisioni”, ha affermato il magnate repubblicano, che si è ancora volta detto convinto della volontà del Cremlino di arrivare alla pace. “Penso che i russi vogliano vedere la fine della guerra, davvero. Penso che abbiano un po’ tutte le carte in mano, perché hanno conquistato un sacco di territorio (in Ucraina, ndr).

Dichiarazioni che preoccupano ancora di più l’Ucraina dopo lo scontro a distanza tra Trump e Zelensky, irritato per non essere stato invitato ai colloqui di Riad, in Arabia Saudita, con la Russia. Allora il presidente Usa si era detto “deluso” dalla reazione di Kiev, accusando il governo ucraino di essere di fatto responsabile del conflitto per non aver raggiunto un accordo con Mosca.

Per tutta risposta, Zelensky aveva accusato il magnate repubblicano di vivere “in uno spazio di disinformazione” creato dal Cremlino. Così sui social Trump aveva definito il presidente ucraino un “dittatore senza elezioni” e un “comico mediocre” che è riuscito a ottenere centinaia di miliardi dagli Stati Uniti per “una guerra che non avrebbe mai vinto”, consigliando a Zelensky di “muoversi in fretta” altrimenti “non gli resterà più un Paese”.

“Si rifiuta di indire elezioni. È in calo nei veri sondaggi ucraini. Come puoi avere un alto indice di gradimento con ogni città che viene demolita?”, ha aggiunto ieri il presidente Usa all’evento promosso dai sauditi in Florida. Uno scontro che capovolge completamente non solo narrazione ma l’intera politica estera statunitense degli ultimi tre anni, a partire dall’invasione russa dell’Ucraina.

Intanto oggi proprio Zelensky riceverà a Kiev l’inviato speciale statunitense Keith Kellogg, arrivato ieri in Ucraina per una tre giorni di faccia a faccia con le autorità locali, il primo dopo il vertice di Riad tra il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, e il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov. “Comprendiamo la necessità di garanzie di sicurezza. Comprendiamo… l’importanza della sovranità di questa nazione”, ha detto Kellogg al suo arrivo a Kiev. “Parte della mia missione è sedermi, ascoltare e capire quali sono le vostre preoccupazioni”. “È fondamentale che questa discussione, e la nostra cooperazione complessiva con gli Stati Uniti, rimanga costruttiva”, ha commentato Zelensky alla vigilia dell’incontro. “Insieme all’America e all’Europa, la pace può essere più sicura, e questo è il nostro obiettivo. Ma, cosa più importante, questo obiettivo deve essere condiviso dai nostri partner, non solo da noi”.

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