Ucraina: scontro a distanza tra Putin e Zelensky e la Russia torna a bombardare Kiev
Il leader del Cremlino si dice pronto a incontrare Donald Trump e a sedersi al tavolo dei negoziati ma attacca il presidente ucraino: "Il suo mandato è scaduto: è illegittimo". L'ex comico risponde: "È un pazzo e un assassino"
La Russia è tornata oggi a bombardare la capitale dell’Ucraina, Kiev, dopo lo scontro a distanza avvenuto ieri tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky durante le rispettive conferenze stampa tenute a Mosca e Bruxelles.
Almeno una persona è morta e altre nove sono rimaste ferite a Kiev, secondo quanto riporta il quotidiano locale Ukrainska Pravda, a seguito di un bombardamento russo sulla città, mentre la contraerea ucraina ha riferito di aver abbattuto nella notte “cinque missili balistici KN-23/Iskander-M e 40 droni lanciati dalla Russia”.
Sembra dunque affievolirsi le speranze di tregua, a poche ore dall’ammissione da parte del presidente ucraino che Kiev non ha la forza per riassumere il controllo dei territori occupati dalla Russia, aprendo anche alla proposta di schierare forze di pace nel Paese.
Parole di fuoco
Durante la sua consueta conferenza stampa annuale, durata ieri ben quattro ore a Mosca, Putin si è detto infatti pronto a incontrare il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, per discutere della guerra in Ucraina, dicendosi aperto al “dialogo” con le “legittime autorità” di Kiev, ma solo sulla base “dell’attuale realtà territoriale”.
L’attuale vertice del governo ucraino, per il leader del Cremlino, non può essere un interlocutore perché il mandato del presidente Zelensky è scaduto. Servirebbero dunque nuove elezioni in Ucraina – impossibili in tempo di guerra con un quinto del Paese occupato da truppe straniere, milioni di profughi all’estero e centinaia di migliaia di uomini e donne al fronte – prima di potersi sedere al tavolo.
Tuttavia, ha sottolineato Putin, in caso di ri-elezione di Zelensky Mosca sarebbe disposta a trattare anche con l’ex comico, ma solo se Kiev riconoscerà la realtà sul campo, ossia che la Russia controlla il 18 per cento del Paese, una premessa inaccettabile per gli ucraini.
Malgrado la disponibilità a incontrare Trump poi, il presidente russo ha proposto persino un duello sperimentale sui cieli di Kiev tra le difese aeree fornite all’Ucraina dagli Usa e l’artiglieria di Mosca per verificare se la tecnologia americana sia davvero in grado di intercettare il nuovo missile balistico ipersonico Oreshnik.
“Credete che una persona ragionevole potrebbe dire una cosa del genere?”, ha commentato Zelensky da Bruxelles, dove negli ultimi due giorni ha incontrato gli alleati della Nato e dell’Unione europea, dando dell’assassino assetato di sangue al presidente russo. “Per Putin (la vita umana, ndr) non ha importanza (…) Penso che sia pazzo, credo di sì. Davvero, credo che anche lui pensi di essere pazzo. Ama uccidere”. Secondo il presidente ucraino, Putin è “vive in un altro mondo”. “Temo che viva nel suo acquario”, ha dichiarato, prima di dare dell’“idiota” sui social al leader del Cremlino.
La pace può attendere
Al di là dello scontro verbale a distanza però, la giornata si è conclusa con una constatazione di fatto: senza gli Stati Uniti è impossibile fermare il conflitto. “È molto importante per noi avere entrambi a bordo, gli Stati Uniti d’America e gli europei”, ha detto ieri Zelensky, secondo cui le sole garanzie di sicurezza europee, senza il sostegno americano, “non saranno sufficienti” a impedire una ripresa del conflitto.”Riuscite a immaginare che Putin tornerà tra due mesi, tra sei mesi, tra un anno, tra due anni? Chi perderà? Tutti… Dopo questo non so cosa faremo”.
Forse l’unico punto di convergenza tra il presidente ucraino e il premier ungherese Viktor Orbán, considerato il leader europeo meno ostile al Cremlino. “Penso che siamo tutti d’accordo sul fatto che il futuro e la stabilità dell’Europa dipendono in larga misura dal fatto che riusciremo o meno a mantenere la nostra cooperazione transatlantica”, ha riconosciuto il premier di Budapest.
“Sono abbastanza fiducioso che gli Stati Uniti, come l’Europa, continueranno a sostenere l’Ucraina”, ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz dopo aver tenuto un colloquio telefonico in serata con Trump. “Non ho segnali che gli Stati Uniti ritireranno il loro sostegno”, ha aggiunto il primo ministro belga, Alexander De Croo. Tutti hanno infatti speso parole al miele per il futuro presidente Usa, che tornerà in carica tra un mese. “Penso che il presidente Trump sia un uomo forte e desidero davvero molto averlo dalla nostra parte”, ha affermato Zelensky.
I negoziati però si allontano. “L’Ue resta al fianco dell’Ucraina per vincere una pace duratura, non una capitolazione, solo l’Ucraina può dare il via alle negoziazioni: non è il momento di speculare sulle varie opzioni ma di rafforzare Kiev per qualunque scenario”, ha spiegato ieri il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, al termine del vertice dei capi di Stato e di governo.
“Qualsiasi spinta troppo affrettata verso i negoziati sarà in realtà un cattivo affare per l’Ucraina”, ha aggiunto l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas. “La Russia non deve prevalere”, si legge infatti nel comunicato finale sull’Ucraina del Consiglio europeo. La pace insomma può aspettare.
La guerra continua
Al fronte intanto si continua a morire. Altri attacchi missilistici sono stati segnalati anche nella città meridionale di Kherson, dove secondo le autorità ucraine una persona è rimasta uccisa e altre sei sono state ferite, così come in diverse altre città e villaggi della regione.
Le forze russe proseguono l’avanzata nella regione di Kharkiv, al confine orientale ucraino, con l’obiettivo di riconquistare la città di Kupiansk, occupata durante il primo anno di guerra e poi liberata dalle forze di Kiev nella controffensiva del settembre 2022, un importante snodo ferroviario attraversato dal fiume Oskil, che costituisce di fatto la linea del fronte.
Attualmente, la Russia controlla il 18 per cento del territorio ucraino, circa 111.677 chilometri quadrati in totale, compresa la Crimea, ampie zone delle regioni orientali del Donbass e della costa meridionale ucraina sul Mar Nero. La controffensiva lanciata l’anno scorso da Kiev per riconquistare parte del territorio ha provocato intensi combattimenti nelle regioni di Donetsk, Kharkiv, Kherson e Zaporizhia, con scarsi successo, mentre le forze russe hanno compiuto significativi progressi in diverse aree del fronte. L’Ucraina ha anche tentato una sortita in territorio russo, occupando quest’anno una zona della regione di Kursk, che Mosca sta progressivamente riconquistando, anche con impiego di truppe provenienti dalla Corea del Nord. Soltanto nel 2024, l’esercito russo ha rivendicato la conquista di 189 località ucraine e continua ad avanzare.