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Nessuna revoca delle sanzioni alla Russia e “un’equipe franco-britannica” a Kiev “per formare l’esercito ucraino di domani”: ecco cosa ha deciso la “Coalizione di volenterosi” al vertice di Parigi sull’Ucraina

Immagine di copertina
I leader della cosiddetta "coalizione dei volenterosi" per l'Ucraina riuniti il 27 marzo a Parigi. Credit: Eliseo

Gli Usa hanno fatto sapere che valuteranno la possibilità di revocare le restrizioni imposte a Mosca, che considera “inaccettabile” qualsiasi presenza militare straniera in Ucraina

La cosiddetta “coalizione dei volenterosi”, che ha riunito oggi a Parigi i leader di una trentina di Paesi alleati dell’Ucraina, Italia compresa, ha deciso “all’unanimità” di non revocare le sanzioni imposte alla Russia dopo l’invasione cominciata nel febbraio del 2022 e ha annunciato lo schieramento di una serie di “forze di rassicurazione” nel Paese est-europeo dopo il raggiungimento di un’eventuale tregua, che saranno però precedute da “un’equipe franco-britannica” da inviare a Kiev “per formare l’esercito ucraino di domani”.

I risultati emersi dal vertice durato tre ore, a cui era presente anche la premier Giorgia Meloni, sono stati illustrati in conferenza stampa dal padrone di casa, il presidente francese Emmanuel Macron, secondo cui gli alleati dell’Ucraina “hanno concordato all’unanimità” che le sanzioni contro Mosca non debbano essere revocate. “Non ha senso porre fine alle sanzioni finché la pace non sarà veramente ristabilita, e purtroppo siamo ancora lontani”, ha aggiunto il cancelliere tedesco uscente, Olaf Scholz, secondo cui sarebbe “un grave errore” rinunciare ora alle restrizioni imposte al Cremlino. “Al contrario, abbiamo discusso di come possiamo aumentarle”, ha rimarcato il premier britannico Keir Starmer. “Abbiamo discusso dei piani per ristabilire la pace, della mobilitazione delle forze armate e dei piani operativi, siano essi aerei, terrestri o marittimi”, ha aggiunto il capo del governo laburista di Londra. “Vi sosterremo pienamente, per tutto il tempo necessario”, ha poi assicurato rivolgendosi al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui “la Russia non vuole alcun tipo di pace”.

In settimana però, in concomitanza con i primi accordi raggiunti separatamente con Russia e Ucraina, l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva annunciato che avrebbe valutato “le condizioni” poste da Mosca per arrivare a un cessate il fuoco, tra cui figura proprio la revoca di alcune sanzioni imposte alle banche e alle esportazioni russe. Per il premier britannico Starmer, il Cremlino “sta cercando di guadagnare tempo”. Una posizione condivisa da Kiev. “Stanno prolungando i colloqui e cercando di far impantanare gli Stati Uniti in discussioni infinite e inutili su false ‘condizioni’ solo per guadagnare tempo e poi cercare di accaparrarsi più territori”, ha aggiunto Zelensky.

Il vertice di Parigi però non si è concentrato soltanto sulla questione delle sanzioni e sulle trattative ma anche sul dopoguerra. Da parte sua, il presidente della Francia Macron ha gettato nuova luce sulla proposta di inviare truppe provenienti dagli eserciti europei in Ucraina nel caso in cui venga raggiunto un cessate il fuoco, definendo i peacekeeper “forze di rassicurazione”. “Queste proverrebbero da diversi Stati (…), sarebbero posizionate in zone strategiche pre-selezionate insieme agli ucraini (…) e fungerebbero da deterrente contro una potenziale aggressione russa”, ha spiegato Macron, secondo cui tali contingenti non servirebbero mai come “sostituti dell’esercito ucraino”. In attesa di arrivare a tanto comunque l’Eliseo ha anche annunciato l’intenzione di inviare a Kiev “un’equipe franco-britannica” per “preparare la struttura dell’esercito ucraino di domani”. La Russia però ha ripetutamente fatto sapere che considera “inaccettabile” qualsiasi presenza militare straniera e in particolare di Paesi aderenti alla Nato in Ucraina.

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