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Ucraina: cosa prevede il “Piano per la vittoria” sulla Russia che Zelensky presenterà negli Usa a Joe Biden

Immagine di copertina
Credit: AGF

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, è volato negli Stati Uniti per partecipare alla 79esima Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York ma soprattutto per presentare a Joe Biden, al Congresso e ai candidati alle presidenziali di novembre Kamala Harris e Donald Trump il cosiddetto “Piano per la vittoria” contro la Russia volto a porre fine all’invasione di Mosca.

Ma cosa prevede esattamente la proposta di Zelensky? Come emerge chiaramente già dal nome, non si tratta di un piano di pace. O meglio, la fine delle ostilità resta l’obiettivo finale, da raggiungere però con un mix di scontri militari e negoziati. Un ultimo punto che sembra comunque rappresentare un timido passo in avanti rispetto alla posizione ucraina ufficiale degli ultimi due anni.

Cosa prevede il “Piano per la vittoria” di Zelensky
Dopo aver parlato sin da subito soltanto di “vittoria totale” – ossia del recupero di tutto il territorio rientrante nei confini internazionalmente riconosciuti del 1991, compresi la penisola di Crimea occupata nel 2014 e le zone del Donbass ribellatesi dopo la caduta del presidente Viktor Yanukovych a seguito della rivolta di Maidan – oggi i vertici ucraini propongono un nuovo approccio.

A quanto risulta anche dagli ultimi discorsi e incontri internazionali pare che Zelensky intenda raggiungere una posizione di forza in un’eventuale trattativa con Mosca. Come? Rovesciando le sorti sul campo di battaglia. Quindi il primo punto del piano resta la consegna di nuove armi ma soprattutto l’estensione dell’uso dei sistemi già forniti a Kiev.

Quando alla conferenza Yalta European Strategy (YES) organizzata la scorsa settimana nella capitale ucraina il presidente ha affermato che il Paese ha bisogno di “un punto di svolta per far sì che la Russia faccia la pace”, Zelensky alludeva proprio alla necessità di usare missili e droni forniti da Stati Uniti, Regno Unito ed Europa per colpire obiettivi militari in Russia.

“Questo autunno sarà decisivo per la continuazione” della guerra, ha osservato Zelensky su X, annunciando che il presidente degli Usa Joe Biden sarà “il primo a vedere nei dettagli” il suo cosiddetto “Piano per la vittoria” sulla Russia. “Questa guerra può finire solo con una pace giusta attraverso gli sforzi internazionali”, ha poi aggiunto, sottolineando come il suo “obiettivo principale è rafforzare l’Ucraina e proteggere tutto il nostro popolo”.

Per farlo, insistono da mesi i vertici ucraini malgrado le resistenze di alcuni alleati, è necessario colpire direttamente alla fonte e il bilaterale previsto il 26 settembre a Washington con Biden mira proprio a questo. Finora, ha ammesso il presidente ucraino in conferenza stampa prima di partire per gli Stati Uniti, “né l’America né il Regno Unito ci hanno dato il permesso di usare queste armi sul territorio della Russia, su qualsiasi obiettivo e a qualsiasi distanza” e per questo Kiev non l’ha ancora fatto. Ma, anche se portasse a casa questo risultato, non finirebbe comunque qui.

L’Ucraina, insiste il suo presidente, ha ancora bisogno di nuove armi e soprattutto di munizioni. Non a caso, al suo arrivo ieri negli Stati Uniti, per prima cosa Zelensky ha visitato una fabbrica di armamenti in Pennsylvania, la Scranton Army Ammunition Plant, che produce proiettili da 155 mm. “Ho iniziato la mia visita negli Stati Uniti esprimendo la mia gratitudine a tutti i dipendenti della fabbrica”, ha sottolineato il presidente ucraino sui suoi profili social. “Sono grato alla gente di Scranton, Pennsylvania, e a tutti gli Stati in cui gli americani stanno costruendo questo incredibile arsenale di libertà globale. Insieme, stiamo rafforzando la difesa della libertà e della democrazia”.

L’Ucraina, ha sempre dichiarato Zelensky, combatte per tutti gli Stati democratici e per questo merita un posto tra le nazioni alleate. I dettagli del piano non sono stati pubblicati ma è probabile che contenga anche le istanze classiche del suo governo: nuovi e costanti finanziamenti; sanzioni più severe contro la Russia e i suoi alleati (Corea del Nord, Iran e, chissà, forse anche Cina e India); l’utilizzo dei beni congelati a Mosca in Occidente per la ricostruzione del Paese dopo la guerra; uno scudo “aereo” della Nato sui territori controllati da Kiev e l’ingresso nell’Alleanza atlantica. Tutte richieste già presentate da Zelensky nel corso di questi anni ma che non sono state ancora accolte.

Anche per questo, il presidente ha annunciato che il “Piano per la vittoria dell’Ucraina sarà sul tavolo di tutti i nostri alleati” e di “tutti i leader dei nostri Paesi partner”, ma non solo. In questi giorni, nel corso della sua visita, Zelensky intende presentarlo anche al Congresso, dove per mesi i nuovi fondi a Kiev sono rimasti bloccati per l’ostruzionismo dei repubblicani, e ai “due candidati alla presidenza” degli Stati Uniti, ossia la vicepresidente Kamala Harris e l’ex presidente Donald Trump, che personalmente ha promesso di avere già un suo piano e di far finire la guerra “in 24 ore” una volta tornato alla Casa bianca. Chi però non sembra entusiasta è il Cremlino.

La reazione di Mosca
”Se ci saranno informazioni ufficiali, le studieremo e analizzeremo nel dettaglio”, ha dichiarato oggi in conferenza stampa il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov. Intanto, nel fine settimana, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha annunciato che la Russia non parteciperà al secondo vertice sull’Ucraina organizzato da Kiev nel mese di novembre, dopo la prima edizione dei colloqui svoltisi a giugno in Svizzera, a cui Mosca non fu nemmeno invitata. 

“Il vertice avrà gli stessi obiettivi: promuovere l’illusoria ‘formula Zelensky’ come base per la risoluzione del conflitto, ottenere il sostegno della maggioranza del mondo e usarlo per presentare alla Russia un ultimatum di capitolazione”, ha dichiarato in una nota Zakharova. Mosca non intende valutare le proposte di Zelensky preferendo, secondo la portavoce della diplomazia russa, esaminare “proposte serie” che tengano conto “della situazione sul terreno”.

D’altronde, già a giugno, il presidente russo Vladimir Putin spiegò che Mosca accetterà di partecipare a eventuali colloqui di pace solo a condizione che l’Ucraina rinunci alla sovranità sulle cinque regioni parzialmente occupate dalla Russia, annesse dal Cremlino nel settembre del 2022. Insomma la pace sembra tutt’altro che vicina.

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