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Home » Esteri

Ucraina, la Cina sostiene gli “sforzi” di Trump verso la Russia: “Si sta aprendo una finestra per la pace”

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Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, in una foto di repertorio alla sede delle Nazioni Unite a New York. Credit: ZUMAPRESS.com / AGF

La Cina “sostiene tutti gli sforzi volti alla pace” in Ucraina, “compreso l’accordo raggiunto tra Stati Uniti e Russia”, promosso dal presidente Donald Trump. L’apertura di Pechino alle mosse Usa è arrivata ieri da parte del ministro degli Esteri cinese Wang Yi che nell’ambito di un vertice ministeriale del G20 ospitato a Johannesburg, in Sudafrica, ha incontrato il suo omologo russo Sergej Lavrov. “Si sta aprendo una finestra per la pace” in Ucraina, ha dichiarato il capo della diplomazia cinese a margine del vertice con il ministro degli Esteri russo. Pechino, ha aggiunto Wang, “sostiene tutti gli sforzi dedicati alla pace, compreso il recente accordo raggiunto tra Stati Uniti e Russia”.

Al centro dell’incontro, secondo quanto riferito in una nota diramata ieri dal ministero degli Esteri di Mosca, c’erano la guerra in Ucraina, le relazioni con gli Stati Uniti e la crescente cooperazione bilaterale. “C’è stato un profondo scambio di opinioni su questioni globali e regionali, tra cui la sicurezza eurasiatica, la situazione in Medio Oriente e nella regione Asia-Pacifico, le relazioni con gli Stati Uniti e la crisi ucraina”, si legge nella nota russa. “I ministri degli Esteri hanno discusso della cooperazione tra i due Paesi all’interno dell’Onu, di altre organizzazioni internazionali e di vari formati multilaterali”.

Più sfumata la versione di Pechino, secondo cui Wang e Lavrov hanno discusso soprattutto di rapporti bilaterali. “Le due parti hanno mantenuto un progresso costante nella cooperazione reciprocamente vantaggiosa e si sono impegnate in uno stretto ed efficace coordinamento strategico, svolgendo un ruolo cruciale nella salvaguardia degli interessi comuni di entrambi i Paesi e dei loro popoli, promuovendo nel contempo il processo di multipolarità globale”, si legge nel comunicato del ministero cinese che però, ricordando l’80esimo anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale si lascia andare a una notazione sull’ordine internazionale.

“Indipendentemente da come evolverà la situazione, il fondamento dell’amicizia tra Cina e Russia è indistruttibile e la responsabilità morale internazionale dei Paesi più importanti è ineludibile”, prosegue la dichiarazione di Pechino. “Le parti dovrebbero cogliere l’opportunità di commemorare insieme quest’80esimo anniversario per approfondire la cooperazione strategica tra Cina e Russia, promuovere attivamente la corretta visione della storia della Seconda guerra mondiale, salvaguardare fermamente il sistema internazionale con al centro le Nazioni Unite, difendere i legittimi diritti e interessi dei Paesi del Sud del mondo e promuovere la costruzione di un mondo multipolare equo e ordinato e di una globalizzazione economica inclusiva”.

Per quanto riguarda l’Ucraina, entrambi i rappresentanti di Russia e Cina sembrano concordare sulla necessità di affrontare le “cause profonde” del conflitto. La versione di Mosca però attribuisce tale intento a Wang e quella di Pechino a Lavrov. “Wang Yi ha sottolineato che, pur promuovendo iniziative a favore di una risoluzione pacifica della crisi ucraina, Pechino ritiene necessario affrontarne le cause profonde sulla base dei relativi principi della Carta delle Nazioni Unite, primo fra tutti i requisiti del rispetto incondizionato dei diritti umani”, si legge nel comunicato di Mosca. “Da parte sua, Lavrov ha illustrato a Wang gli ultimi sviluppi della crisi ucraina, affermando che la Russia è concentrata sulla risoluzione delle cause profonde della crisi e si impegna a ricercare una soluzione equa, sostenibile e pacifica, conforme alla Carta delle Nazioni Unite”.

Ormai sono passati quasi tre anni esatti dall’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia. Malgrado l’iniziativa bellica del Cremlino, Pechino e Mosca hanno attribuito le cause del conflitto all’espansionismo della Nato e degli Stati Uniti. Proprio all’inizio di questa settimana, il ministro degli Esteri russo Lavrov ha elogiato il presidente Usa Trump per essere stato “il primo leader occidentale” a riconoscere pubblicamente che “la causa del conflitto ucraino era da ricercare negli sforzi (…) per espandere la Nato”. Recentemente, nel quadro del suo scontro a distanza con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Trump ha suggerito che la responsabilità del conflitto vada cercata più che a Mosca a Kiev, per non aver raggiunto un accordo prima con il Cremlino, una posizione respinta al mittente dall’Ucraina.

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