Il governo Meloni “cancella” le armi dalla nota finale del G7 sull’Ucraina
I Sette grandi hanno promesso nuovi fondi per le armi a Kiev ma nel comunicato in italiano diramato da Palazzo Chigi non c’è alcun riferimento
Il governo Meloni ha “cancellato” ogni riferimento alle armi da inviare a Kiev dalla nota finale, in italiano, diramata da Palazzo Chigi dopo il G7 sull’Ucraina. Il “giallo” ha fatto riemergere le voci, già categoricamente smentite dalla presidente del Consiglio a New York, su un possibile cambio di linea dell’esecutivo sulla guerra in corso da oltre due anni, magari legato a un riavvicinamento a Donald Trump.
Il 25 settembre, la premier Giorgia Meloni ha partecipato in videocollegamento a una riunione del G7, organizzata nella Grande Mela e dedicata alla ripresa economica e alla ricostruzione dell’Ucraina, a cui hanno presenziato i leader degli altri Sette grandi, tra cui Joe Biden, e il presidente Volodymyr Zelensky, oltre ai vertici dell’Unione europea.
Al termine dell’incontro, come riferisce una nota diramata da Palazzo Chigi, i presenti hanno adottato “una dichiarazione coordinata dalla Presidenza italiana”. C’è però una discrepanza tra il documento finale del vertice e il comunicato riassuntivo del nostro governo.
Il testo integrale in inglese fa riferimento, tra le altre cose, anche ai 50 miliardi di dollari di prestiti a Kiev deliberati durante il G7 in Puglia, garantiti dai profitti inattesi generati dai beni congelati alla Russia dopo l’invasione del febbraio 2022. “Parte di questi fondi sosterrà le esigenze militari dell’Ucraina”, spiega il comunicato congiunto. Ma la nota in italiano diramata da Palazzo Chigi, che riassume i risultati del vertice, non ne parla affatto.
“Al centro della riunione, la riaffermazione dell’impegno congiunto ad assicurare, bilateralmente e attraverso i meccanismi multilaterali, l’assistenza economica all’Ucraina, con particolare attenzione alle riforme”, si legge nel testo in italiano. “È stato, infine, ribadito il sostegno alla protezione e riabilitazione delle infrastrutture critiche energetiche, nonché il coordinamento sulla ricostruzione, anche in vista della Ukraine Recovery Conference che si svolgerà a Roma nel 2025”.
Questa dimenticanza è stata collegata alle voci circa un possibile cambio di linea del governo sulla guerra in Ucraina, dovuto a un possibile riavvicinamento a Donald Trump. Sospetti alimentati anche dalla scelta di far presentare il premio Global Citizen Awards, consegnato alla premier dall’Atlantic Council, da Elon Musk, che appoggia l’ex presidente statunitense nel suo ritorno alla Casa bianca contro la sfidante democratica, vice di Joe Biden, Kamala Harris.
Una scelta che, avevano fatto sapere dall’entourage della premier, era stata fatta “mesi prima” e che nulla aveva a che fare con la campagna elettorale negli Stati Uniti. Subito dopo il suo intervento alle Nazioni Unite in occasione della 79esima Assemblea generale poi, la stessa Giorgia Meloni aveva smentito categoricamente che il governo italiano avesse cambiato idea sul sostegno a Kiev, citando anche un incontro avvenuto proprio al Palazzo di Vetro con Volodymyr Zelensky, che ha poi pubblicato sui social una foto del breve abbraccio nei corridoi del quartier generale dell’Onu.
Resta però il dubbio su una dimenticanza così importante da parte di Palazzo Chigi.