I solati russi si rifiutano di andare in Ucraina: “Se non è una guerra non siamo obbligati a combattere”
“Molti soldati russi non vogliono andare a combattere.” A dichiararlo è Mikhail Benyash, un avvocato russo che ha preso le difese di un gruppo di agenti delle forze di sicurezza russe che si sarebbero rifiutati di partecipare alla guerra in Ucraina. Da allora, aggiunge, circa un migliaio di persone si sono messe in contatto con il suo team, mentre Benyash si appresta a portare in tribunale il primo caso ufficiale di diserzione tra i ranghi delle forze di sicurezza russe sull’invasione dell’Ucraina.
Secondo il Financial Times, i 12 ufficiali licenziati dopo essersi rifiutati di partire facevano parte della Rosgvardia, la Guardia Nazionale della Federazione Russa creata nel 2016 per mantenere l’ordine pubblico e combattere il crimine – poi allargata alla repressione dei movimenti di piazza antigovernativi. Molti di loro erano già di stanza nei territori occupati della Crimea – a Novogord, Omsk e Stavropol – per condurre delle esercitazioni militari, ha riferito sul suo canale Telegram Pavel Chikov, presidente dell’associazione per i diritti umani russa Agora.
“Il giorno dell’inizio dell’invasione, il 24 febbraio, hanno ricevuto l’ordine di attraversare il confine ucraino, ma si sono rifiutati. Secondo loro infatti, era illegale: “non erano soldati, ma membri delle forze di sicurezza domestiche i cui doveri diretti sono limitati al territorio della Federazione russa”, spiega Chikov. Notizie analoghe sono state riportate dai distaccamenti in Crimea di Irkutsk, Omsk e Novosibirsk, dove altri membri forze speciali russe si starebbero rifiutando di andare combattere in Ucraina, chiedendo assistenza legale.
In un’intervista a Meduza, il canale dissidente su Telegram che informa milioni di russi sul reale andamento del conflitto in Ucraina, Benyash ha spiegato la sua linea difensiva: “se ci fosse una guerra in corso, i termini contrattuali potrebbero essere cambiati senza il consenso degli interessati. Ma qui è in corso un’ ‘operazione militare speciale’, e la legge non prevede nulla in merito. Pertanto, i militari della Rosgvardia, se non sono d’accordo ad andare, hanno ogni diritto a non obbedire agli ordini.