Nuovo allarme a Chernobyl: la consulente del ministero dell’Ambiente ucraino, “Sono matti, ci tolgono la corrente. Siamo a un passo dall’incidente nucleare”
Chernobyl: la consulente del ministero dell’Ambiente lancia nuovo allarme
Tarapakina è responsabile per lo sviluppo delle “zona di alienazione,” una porzione di territorio ucraino situato nel raggio di circa 30 chilometri dal sito dell’ex-centrale nucleare di Chernobyl istituita in seguito all’incidente nucleare del 1986.
Solo pochi giorni fa, ha spiegato la consulente, a causa delle azioni dei russi l’impianto di stoccaggio delle scorie nucleari è rimasto senza corrente. “Lo abbiamo dovuto alimentare con i generatori di riserva.”
Poco dopo essere stata ripristinata la corrente elettrica, ieri c’è stato un nuovo black-out che ha fatto scattare un doppio allarme intorno all’ex centrale nucleare – non funzionante ma con materiale radioattivo da proteggere. Prima è arrivata la conferma di ulteriori danni alla rete elettrica che alimenta la centrale e la città di Slavutych dopo l’intervento di riparazione della società che gestisce la rete nazionale dell’energia elettrica, la Ukrenergo,
Poi nel pomeriggio a Zaporizhzhya, nel sud del Paese, l’esercito russo che ha preso il controllo dell’impianto ha fatto esplodere delle munizioni “proprio a ridosso del sito” ha detto la Tarapakina. “Si sta scherzando con il fuoco, Siamo molto preoccupati per le vite umane in pericolo. Quella di Zaporizhzhya è una situazione molto pericolosa, si tratta di una provocazione da parte dei russi.”
“I nostri ragazzi intervengono e loro distruggono tutto di nuovo. È un circolo vizioso. Sono matti. Malati e matti,” ha detto l’esperta del ministero dell’Ambiente.
Entrambe le centrali si trovano ormai in mano all’esercito russo e i dipendenti sono stati fatti prigionieri. “Gli occupanti non consentono la rotazione del personale, le persone hanno lavorato in condizioni estremamente stressanti per più di due settimane, aumentando fortemente il fattore di rischio dell’errore umano.”
Le notizie che arrivano a Kiev, insomma, sono tutt’altro che tranquillizzanti. Secondo Tarapakina “si rischia una catastrofe nucleare di grandi proporzioni. La Comunità internazionale deve intervenire con gli osservatori e garantire la smilitarizzazione attorno alle centrali nucleari. Chiediamo in particolare ad Aiea (l’Agenzia internazionale per l’energia atomica – ndr) di garantire il controllo sul funzionamento delle centrali.”