Guerra in Medio Oriente, QatarEnergy: gli attacchi nel Mar Rosso potrebbero ritardare le consegne di gas naturale liquefatto
Le spedizioni di gas naturale liquefatto (Gnl) in partenza dal Qatar potrebbero subire ritardi a causa dei preoccupanti sviluppi della guerra nel Mar Rosso collegata al conflitto in corso nella striscia di Gaza. L’allarme arriva dal colosso statale QatarEnergy.
“Gli sviluppi in corso nella regione del Mar Rosso potrebbero influire sulla programmazione di alcune spedizioni, che prenderanno rotte alternative”, si legge in una nota diramata oggi dalla società e citata dal quotidiano locale Peninsula. L’azienda ha comunque voluto assicurare che, al di là dei possibili ritardi, non interromperà le consegne.
“La produzione di gas naturale liquefatto in Qatar continua ininterrotta e così il nostro impegno nel garantire una fornitura affidabile di Gnl ai nostri clienti, che rimane incrollabile”, prosegue il comunicato.
I ritardi nelle forniture potrebbero comportare un impatto sui prezzi energetici anche nel nostro Paese. L’emirato infatti è uno dei principali Stati del mondo per riserve di gas naturale ed è in cima alla classifica degli esportatori globali di Gnl, tra i primi fornitori dell’Europa dopo le sanzioni imposte alla Russia per la guerra in Ucraina.
Intanto non si ferma l’escalation nel Mar Rosso, dove i ribelli yemeniti Houthi continuano a bersagliare le navi in transito verso il Canale di Suez per fare pressioni su Israele affinché fermi la guerra nella striscia di Gaza mentre la missione militare guidata da Usa e Regno Unito bombarda obiettivi in Yemen per impedire questi attacchi.
L’escalation ha causato un calo del traffico navale nell’area, diminuito del 22% in un mese secondo la Commissione europea. Da questa rotta, secondo Bruxelles, dipende fino al 15% degli scambi commerciali globali.
“L’impatto economico sui prezzi al consumo e sull’economia dell’Ue in generale dipenderà molto dalla durata di questa crisi”, ha detto ieri alla stampa il commissario europeo al Commercio, Valdis Dombrovskis. “Finora non c’è stato un impatto visibile sui prezzi dell’energia e, più in generale, sull’inflazione. Ma vediamo già un effetto sui costi dei trasporti, che sono aumentati”.
A fine dicembre, la compagnia di navigazione danese Maersk, tra le maggiori al mondo, ha annunciato una serie di tariffe aggiuntive sulle spedizioni di container tra l’Asia e l’Europa: la società ha infatti modificato la rotta delle proprie navi dirottandole dalla via più breve attraverso il Mar Rosso e il Canale di Suez al Capo di Buona Speranza, in Sudafrica, costringendo così i carichi a circumnavigare il continente.
L’Ue sta valutando l’invio di una propria missione militare per proteggere il traffico marittimo nella regione. Proposta da Italia, Germania e Francia, è stata approvata in prima battuta dal Consiglio Affari Esteri del 22 gennaio e potrebbe prendere il via a marzo.