Guerra in Ucraina, le intercettazioni dei soldati russi: “Putin è un idiota. Ci ordinano di uccidere tutti”
Guerra in Ucraina, le intercettazioni dei soldati russi: “Putin è un idiota. Ci ordinano di uccidere tutti”
“Le cose non vanno bene qui”. I dubbi, le proteste, la disperazione: è un lato inedito della guerra in Ucraina quello che emerge dalle telefonate fatte a casa dai soldati russi. Intercettate dai servizi ucraini, le voci dei militari inviati da Mosca sono state pubblicate dal New York Times, che ha verificato l’autenticità delle chiamate incrociando i numeri di telefono con le app di messaggistica e i profili social, per identificare soldati e familiari.
Le telefonate si riferiscono al mese di marzo e raccontano la guerra da un punto di vista diverso, quello dei soldati russi. “Mamma, questa guerra è la decisione più stupida che il nostro governo abbia mai preso, credo”, racconta alla madre il soldato Sergei, di cui il quotidiano statunitense ha omesso il cognome, come per i suoi commilitoni. “Che cos’altro dicono?”, chiede Ilya, “quando porrà fine a tutto questo Putin? Cazzo”. “Dice che tutto sta andando secondo i piani e i tempi stabiliti”, gli risponde la compagna. “Si sbaglia di grosso”.
“Volevano fare tutto in un colpo solo, col cazzo che è andata così”, si sfoga in un’altra telefonata Sergei, a poche settimane dall’inizio dell’invasione lanciata il 24 febbraio scorso. “Non possiamo prendere Kiev… Prendiamo solo villaggi, e basta”, conferma Aleksandr. “Putin è un idiota. Vuole prendere Kiev. Ma non c’è modo di farlo”, dice Aleksandr in un’altra registrazione.
“Vogliono solo ingannare le persone in televisione, tipo ‘Va tutto bene; non c’è la guerra, solo un’operazione speciale’. Ma in realtà, è una cazzo di guerra vera”, dice Sergei alla fidanzata.
Oltre ai fallimenti militari e alle critiche al governo, i soldati non nascondono la realtà brutale della guerra. “Ci è stato dato l’ordine di uccidere tutti quelli che vediamo”, dice Sergei. “È stato tutto saccheggiato. Tutto l’alcool è stato bevuto. E tutto il denaro è stato rubato…. Lo stanno facendo tutti qui”, racconta Nikita a un amico. “Cazzo. Ci sono cadaveri in giro sulla strada. I civili sono lasciati così in giro. È un casino”, sempre Nikita alla compagna. “Lì sulla strada”, le chiede. “Sì”. “Quando torno a casa, me ne vado. Fanculo l’esercito”, afferma Vlad.
Un orrore a cui, secondo diverse intercettazioni, sono andati incontro inconsapevolmente. “Nessuno diceva che stavamo andando in guerra. Ci hanno avvertito un giorno prima di partire”, racconta Sergei alla madre. “Stavamo tutti andando a fare addestramento per due o tre giorni. Siamo stati fregati come dei ragazzini”, dice Nikita a un amico. “Non sapevo che sarebbe successo questo. Hanno detto che ci saremmo addestrati. Quei bastardi non ci hanno detto niente”, il racconto di Aleksei.