Guerra in Ucraina: per gli analisti i colloqui di pace servono solo a far prendere tempo alla Russia
Ieri a Istanbul sono stati compiuti dei progressi nei i colloqui di pace tra Russia e Ucraina. La Russia ha offerto delle concessioni, dando l’impressione di delineare un percorso più realistico per la guerra in Ucraina. Al tempo stesso però, secondo diversi diplomatici e analisti citati da diversi quotidiani internazionali, gli ufficiali russi hanno dato l’impressione di non avere particolarmente fretta di mettere fine al conflitto.
Il viceministro alla Difesa russo, Aleksandr Fomin, ha annunciato la decisione di “ridurre drasticamente” le attività militari intorno alla capitale ucraina di Kiev e alla città settentrionale di Chernihiv, come segnale per “aumentare il livello di fiducia reciproca per i futuri negoziati.” Tuttavia, come scrive il New York Times, l’avanzata a nord del Paese si era già fermata e le truppe intorno a Kiev avevano già iniziato ad assumere posizioni difensive a seguito dei violenti contrattacchi ucraini, come successo anche a Sumy, dove la Russia ha incontrato non poche difficoltà nel tentativo di accerchiare l’esercito ucraino a est del fiume Dnipro.
Lawrence Freedman. professore emerito per gli studi di Guerra presso il Kings College di Londra, sostiene che “la Russia sta aggiustando il tiro per adattarsi alla realtà, perché la guerra è piuttosto empirica. Se la Russia si sta concentrando sul Donbass non è uno stratagemma, è l’unica cosa che in realtà possono fare,” ha detto, sottolineando che la parola “de-escalation” altro non è che un eufemismo per “ritirata”. Tuttavia, ciò non comporta che la Russia si voglia arrendere, e i progressi compiuti ieri durante i colloqui non significano che sia pronta ad affrontare una discussione seria su come mettere fine alla guerra. Il presidente Vladimir Putin, scrive il NYT, vuole ottenere un esito migliore da rivendersi in casa come una vittoria.
Durante i colloqui tenuti ieri, martedì 29 marzo, gli ucraini hanno previsto un processo negoziale di 15 anni sullo status dello Crimea, aggiungendo che il controllo sulla regione del Donbass è una questione che potrebbe essere discussa tra Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La Russia però, ha risposto dicendo che sarà pronta ad accordare un incontro tra i due presidenti solo quando ci sarà una bozza di accordo di pace sul tavolo.
Secondo diversi analisti, tale accordo dovrebbe offrire – come minimo – alla Russia il controllo di Mariupol, la strategica città portuale ucraina sotto assedio che in qualche modo riesce ancora a resistere. L’obiettivo è creare una lingua di territorio sicura tra le due aree occupate dalla Federazione russa: la Crimea a ovest, e il Donbass a est. Inoltre, l’accordo dovrebbe prevedere la cessione del controllo sulle due regioni amministrative del Donbass, Luhansk e Donetsk, che Putin ha già dichiarato come Repubbliche indipendenti.