Ora è guerra Hamas-Israele: “Lanciati oltre 200 razzi”. Netanyahu: “Continueremo a colpire”
- Il movimento islamista Hamas annuncia il lancio di altri 210 ordigni su Tel Aviv e Beersheva
- Finora le vittime tra i palestinesi sono 56, tra cui 14 bambini e 5 donne. Sei le persone morte in Israele
- Oggi nuova riunione del Consiglio di sicurezza Onu
- Le tensioni in Medio Oriente sono esplose dopo l’allontanamento di diverse famiglie palestinesi dalle loro case nel quartiere est di Gerusalemme, che ha portato a proteste e scontri
È guerra aperta ormai tra Hamas e Israele con il movimento palestinese che ha intensificato il lancio di razzi verso le città israeliane e il Paese guidato dal premier Benjamin Netanyahu che ha risposto con nuovi bombardamenti sulla Striscia di Gaza, che hanno provocato diverse vittime anche tra i civili. Di seguito, la diretta in tempo reale dell’escalation di violenza in Medio Oriente.
Guerra Hamas-Israele: la diretta
Ore 17,00 – I decessi secondo il Servizio di sicurezza di Israele – Lo Shin Bet, l’agenzia di intelligence israeliana, ha dichiarato di aver ucciso 16 uomini di Hamas nella giornata di oggi. I giornali locali hanno riportato che tra i deceduti ci sono anche Bassim Issa, un veterano di Hamas nella Striscia di Gaza; Jomaa Tahla, uno dei vertici del reparto tecnologia di Hamas, e 13 persone adette alle munizioni e alle armi.
Ore 12,00 – Distrutti gli edifici della polizia a Gaza – Tutti gli edifici della polizia nel quartier generale di Gaza sono stati distrutti dai bombardamenti israeliani. Lo ha affermato il portavoce del ministero dell’Interno guidato da Hamas.
Ore 11,00 – Morto soldato israeliano – Un militare israeliano è morto in seguito a un attacco da parte degli uomini di Hamas. Secondo quanto riferito il soldato è deceduto dopo che la sua jeep è stata colpita da un missile anticarro.
Ore 10,00 – Israele contesta il numero dei morti palestinesi – La maggior parte delle vittime denunciate dal ministero della Salute di Gaza sarebbero state causate dai razzi lanciati dalla Striscia e ricaduti all’interno del territorio palestinese. Lo affermano fonti vicine al ministero della Difesa israeliano.
Ore 9,00 – Almeno 43 vittime e 300 feriti nei raid israeliani – Secondo quanto dichiarato dal ministero della Salute di Gaza sono almeno 43 i morti, di cui 13 bambini, dall’inizio dell’offensiva israeliana sulla Striscia. Il ministro, inoltre, ha sottolineato che il bilancio dei feriti ammonta a oltre 300 persone.
I fatti delle ultime ore
Hamas, il movimento al potere a Gaza, ha annunciato di aver sferrato un attacco verso Tel Aviv, con il lancio di 130 razzi, in reazione alla distruzione di un grande edificio al centro dell’enclave palestinese. A dare l’annuncio è stata l’ala militare di Hamas, le brigate Ezzedin al-Kassam. “Come promesso, abbiamo sferrato un attacco contro Tel Aviv. Abbiamo lanciato 130 razzi in reazione alla distruzione di un grande edificio a Gaza”. Nella città sono risuonate le sirene d’allarme ed è stato chiuso il traffico sopra l’aeroporto per consentire l’attivazione del sistema Iron Dome di intercettare i razzi palestinesi in arrivo.
Il movimento aveva annunciato nella notte il lancio di 210 razzi sul territorio israeliano in risposta agli attacchi sull’edificio. Il braccio armato di Hamas aveva dichiarato in un comunicato che avrebbe lanciato “110 razzi verso la metropoli di Tel Aviv” e altri “100” verso la città di Beer Sheva, “come rappresaglia per la ripresa degli attacchi contro edifici abitati da civili”. Il nuovo lancio di razzi segue quello della notte precedente su Tel Aviv, che ha lasciato un morto alla periferia della città.
“Se Israele vuole un’escalation, la resistenza è pronta, se vuole fermarsi siamo pronti anche noi”, ha detto il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, invitando le forze di sicurezza israeliane a ritirarsi dalla Spianata delle Moschee a Gerusalemme. Hamas aveva precedentemente segnalato la distruzione di un edificio di nove piani con abitazioni, negozi e una stazione televisiva locale, colpito durante gli attacchi israeliani in un quartiere residenziale di Gaza City. “Sono stati arrecati ingenti danni alla torre e agli edifici circostanti”, ha riferito la stazione tv islamista Al-Aqsa. Secondo testimoni, diversi missili sono caduti sull’edificio.
A Gaza ad essere colpito è stato anche un oleodotto molto importante nella zona di Ashkelon, con un enorme incendio divampato dopo l’esplosione. Le truppe israeliane sono state inviate al confine con l’enclave palestinese, con il richiamo anche di 5mila riservisti e Israele ha colpito oltre 130 obiettivi militari in una serie di attacchi massicci dell’aviazione israeliana, con l’operazione “Guardiano delle Mura”, come riferisce il portavoce militare, Hidai Zilberman, precisando che sono entrati in azione 80 velivoli, compresi gli F-35. Un attacco “di una portata che non si vedeva da anni”, ha detto Zilberman. In uno di questi raid è rimasto ucciso Iyad Fathi Faik Sharir, secondo l’esercito dello stato ebraico comandante delle unità anticarro di Hamas.
Il bilancio delle vittime
Nella città israeliana di Lod, un uomo e una ragazza sono morti mentre erano in un’auto colpita da un razzo sparato dalla Striscia di Gaza, secondo quanto riferito la polizia israeliana. Inoltre, nel corso di uno degli attacchi di razzi da Gaza su Israele una donna è morta di infarto. Diventano quindi in totale 6 le persone morte finora in Israele per i razzi d Gaza, mentre tra i palestinesi sono state uccise 43 persone, tra cui 13 bambini, oltre a 300 persone rimaste ferite. Tra le vittime, secondo quanto ha riferito Israele, ci sono anche due dirigenti militari di Hamas: il comandante di brigata a Khan Yunes (a sud di Gaza) Rafah Salameh e il capo dell’intelligence militare Muhammed Yazuri. In un attacco precedente altri due dirigenti avevano perso la vita.
Dichiarato lo stato di emergenza a Lod
A Lod, colpita dalla rivolta di una parte della popolazione araba, è stato dichiarato lo stato di emergenza. “Ho parlato con il sindaco di Lod ,Yair Revivo e l’ho aggiornato sulla decisione di rafforzare immediatamente la vigilanza con le forze di polizia di frontiera”, scrive il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz in un tweet. “Nella situazione a cui siamo arrivati dobbiamo agire con fermezza contro i criminali, raffreddare gli animi e mantenere l’ordine pubblico. In qualità di leader pubblici, abbiamo la responsabilità di calmare la situazione, ed è così che agiremo”. Il ministro non ha escluso “l’imposizione di un coprifuoco se necessario”. Queste misure straordinarie dovrebbero essere estese ad altre città.
Netanyahu: “Continueremo ad attaccare Gaza”. Oggi riunione Onu
“Continueremo ad attaccare Gaza con tutta la forza”, ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu. “Hamas e la Jihad islamica pagheranno un prezzo molto pesante per la loro belligeranza”. Intanto, il Consiglio di sicurezza dell’Onu è stato convocato in riunione di emergenza per oggi. È la seconda riunione di emergenza nell’arco di tre giorni, convocata su richiesta di Tunisia, Norvegia e Cina. La prima, tenutosi lunedì, si è conclusa senza un comunicato congiunto, secondo fonti citate da Afp, perché gli Usa ritenevano che commenti pubblici sarebbero stati controproducenti.
Gli Usa sostengono la soluzione dei due Stati
Gli Stati Uniti continuano a sostenere la soluzione dei due Stati nel conflitto israelo-palestinese, come ha ribadito ieri la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki, sottolineando che l’amministrazione condanna l’escalation delle violenze in Israele. Ieri il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha inviato una lettera al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas. “Il presidente Mahmoud Abbas ha ricevuto oggi (ieri, ndr) una lettera del presidente Joe Biden. La lettera è incentrata sugli ultimi sviluppi politici, sull’attuale situazione e sulle relazioni tra gli Stati Uniti e lo Stato Palestinese”, riporta l’agenzia di stampa dell’Autorità Palestinese Wafa News. La notizia della lettera di Biden a Abbas è stata confermata da un portavoce del consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca. La corrispondenza, è stato spiegato, rientra nell’attività dell’amministrazione americana impegnata a dialogare con la leadership palestinese “su questioni di mutuo interesse”, e è in linea con l’impegno di Washington “per fermare la violenza e riportare la calma”.
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