Guerra Israele-Hamas a Gaza: in tre mesi sono stati uccisi almeno 79 giornalisti
Almeno 79 tra giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre a causa della guerra in corso tra Israele e Hamas. Secondo i dati confermati dal Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), tra le vittime figurano 72 palestinesi, 4 israeliani e 3 libanesi. Inoltre, nello stesso periodo, 16 tra giornalisti e operatori dei media sono rimasti feriti, 3 risultano dispersi e 21 sarebbero stati arrestati.
Tra le ultime vittime figura anche Hamza Dahdouh, il 27enne figlio del caporedattore a Gaza dell’emittente qatarina Al Jazeera, Wael Dahdouh, che il 25 ottobre aveva già perso in un raid israeliano sul campo profughi di Nuseirat la moglie Amna, il figlio 15enne Mahmoud, la figlia di 7 anni Sham e il nipote Adam, che aveva solo un anno. Anche Hamza è stato ucciso in un bombardamento israeliano vicino ad al-Mawasi, nella parte occidentale di Khan Younis, nel sudovest di Gaza. Un missile ha centrato l’auto su cui viaggiava, uccidendo un altro giornalista, il 20enne Mustafa Thuraya, e ferendo un terzo passeggero.
Ma la guerra continua a mietere vittime persino tra i minori. Secondo l’ong Save The Children, in media, ogni giorno oltre 10 bambini nella Striscia perdono una o entrambe le gambe. Per l’Unicef, dal 7 ottobre più di 1.000 minori hanno subito l’amputazione di almeno un arto nel territorio costiero palestinese. Molti di questi interventi poi, come riporta l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), sono stati eseguiti senza anestesia a causa della paralisi del sistema sanitario di Gaza provocata dal conflitto in corso. Secondo i dati raccolti delle autorità di Gaza controllate da Hamas, l’offensiva israeliana ha già provocato quasi 23mila morti, costretto l’85 per cento dei 2,3 milioni di abitanti ad abbandonare le proprie case e lasciato un quarto dei suoi residenti a morire di fame.
Il bilancio dei morti continua a salire anche in Cisgiordania. Ieri, una bambina palestinese di tre anni è stata uccisa per errore a nord Gerusalemme. Nella serata del 7 gennaio, nei pressi del villaggio palestinese di Biddu, la polizia israeliana ha sparato contro un furgone lanciato a tutta velocità contro un posto di blocco, uccidendo i due attentatori e ferendo a morte la minore che viaggiava su un altro veicolo.