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Israele ha deliberatamente ucciso i 15 soccorritori palestinesi ritrovati in una fossa comune nella Striscia di Gaza

Immagine di copertina
Immagine di repertorio dell'ospedale da campo della Mezzaluna Rossa palestinese a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Credit: ZUMAPRESS.com / AGF

Un filmato ritrovato nel telefono di una delle vittime, pubblicato dal New York Times, smentisce la versione di Tel Aviv, che aveva parlato di un "errore". Le immagini satellitari pubblicate da al-Jazeera e analizzate dalla Cnn mostravano le ambulanze e i mezzi di soccorso circondati dalle truppe israeliane a Rafah

Le forze armate di Israele (Idf) hanno deliberatamente ucciso i 15 soccorritori palestinesi ritrovati il 28 marzo in una fossa comune a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Un video scoperto nel telefono di una delle vittime, pubblicato dal quotidiano statunitense The New York Times, ha smentito la versione di Tel Aviv, che aveva parlato di un “errore”.

Otto paramedici della Mezzaluna Rossa palestinese, cinque soccorritori della Difesa civile di Gaza e due dipendenti di altrettante agenzie delle Nazioni Unite erano scomparsi a Rafah il 23 marzo scorso dopo essere accorsi sul sito di un attacco dell’esercito israeliano nel quartiere di Tel al-Sultan, a ovest della città, per curare alcuni civili rimasti feriti. I loro corpi senza vita sono poi stati ritrovati il 28 marzo successivo in una fossa comune. Il giorno dopo l’esercito israeliano aveva ammesso di aver colpito “per errore” alcuni “veicoli”, poi rivelatisi “ambulanze”, che avanzavano “in modo sospetto” verso le truppe, puntando però il dito contro “il ripetuto utilizzo dei mezzi di soccorso per scopi terroristici” da parte di Hamas e della Jihad Islamica. Già allora il segretario generale della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ifrc), Jagan Chapagain, aveva accusato lo Stato ebraico: “Erano operatori umanitari. Indossavano emblemi che avrebbero dovuto proteggerli; le loro ambulanze erano chiaramente identificate. Avrebbero dovuto tornare dalle loro famiglie, ma non hanno potuto”.

 

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Ora un filmato ritrovato dalla Mezzaluna Rossa sul telefono di una delle vittime ha dato ragione a chi accusava i soldati di Tel Aviv e smentito la versione israeliana sull’accaduto. Il video è stato ripreso da un paramedico di Gaza, identificato come Rifaat Radwan, dalla parte anteriore di un veicolo e mostra un convoglio di ambulanze con fari e sirene accese muoversi lungo una strada all’alba. Le immagini mostrano il convoglio fermarsi davanti a un altro veicolo fermo sul ciglio della strada, che la Mezzaluna Rossa identifica come un’altra ambulanza inviata in precedenza sul posto per aiutare alcuni civili feriti. Il filmato mostra un camion dei pompieri, un’ambulanza e due soccorritori scesi in strada in uniforme. Subito dopo si odono dei colpi di arma da fuoco colpire il convoglio: qui la vittima smette di filmare ma l’audio continua per circa cinque minuti.

Si sente il paramedico ripetere la “shahada”, la dichiarazione di fede islamica che attesta l’esistenza di un unico Dio e la missione profetica di Maometto che i musulmani recitano anche in punto di morte, e poi un’invocazione: “Perdonami mamma, questa è la strada che ho scelto: aiutare le persone”. Intanto si sentono le voci di altri appartenenti al convoglio e gli ordini impartiti in ebraico dai soldati israeliani, che poi sembrano aver tentato di nascondere quest’atrocità. Malgrado i ripetuti appelli lanciati dalle autorità di Gaza e non solo nel corso della settimana successiva alla scomparsa dei soccorritori, l’esercito israeliano non ha commentato l’accaduto finché non è stata scoperta la fossa comune.

Al Jazeera Sanad Rafah Israele

Le immagini satellitari del 23 marzo, pubblicate da al-Jazeera Arabic e analizzate dalla Cnn, mostrano alcuni veicoli dell’esercito israeliano circondare il convoglio a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Altre scattate due giorni dopo, pubblicate e analizzate dalle stesse emittenti, mostrano un carro armato israeliano, un escavatore e altri mezzi militari nello stesso luogo.

Alle 4:30 ora locale del 23 marzo scorso, secondo la versione di Tel Aviv, le truppe della brigata Golani avevano teso un’imboscata a un veicolo in transito sulla Liberation Road a Rafah, uccidendo due persone e arrestandone un’altra accusata di appartenere ai servizi di sicurezza interni di Hamas. Due ore dopo circa arrivava sul posto il convoglio di ambulanze: i soldati presenti dichiarano che i mezzi di soccorso colpiti avevano le luci spente e avanzavano “in modo sospetto”, una versione smentita dal video pubblicato dal New York Times. L’esercito israeliano afferma che l’indagine è ancora in corso, mentre il 1° aprile il governo di Tel Aviv ha fatto sapere, senza fornire prove, che nove delle vittime erano “terroristi”. La Mezzaluna Rossa ha invece identificato tutti morti come paramedici, soccorritori o dipendenti di agenzie dell’Onu.

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