Papa Francesco chiede un’indagine per determinare se le azioni di Israele a Gaza costituiscano un “genocidio”
L'ambasciata di Tel Aviv in Vaticano richiama "il diritto all'autodifesa" dello Stato ebraico
Papa Francesco ha chiesto un’indagine per determinare se le azioni di Israele a Gaza costituiscano un “genocidio”, scatenando la reazione sdegnata dello Stato ebraico.
“A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”, si legge in un brano, anticipato ieri da La Stampa, del nuovo libro-intervista di Hernán Reyes Alcaide a Papa Francesco, “La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore” (Edizioni Piemme), che uscirà domani, martedì 19 novembre, in Italia, Spagna e America Latina, e poi in vari altri Paesi, e in cui il pontefice riflette su vari temi come famiglia, istruzione, situazione sociopolitica ed economica del Pianeta, migrazioni, crisi climatica, nuove tecnologie e pace.
È la prima volta che Papa Francesco sollecita apertamente un’indagine sulle accuse di genocidio per le azioni di Israele nella Striscia di Gaza per cui lo Stato ebraico è finito anche nel mirino della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite a L’Aja. A settembre infatti il Pontefice aveva definito “immorali” e “sproporzionati” gli attacchi condotti dal Tel Aviv nel territorio costiero palestinese e in Libano, affermando che le forze armate israeliane (Idf) erano andate oltre le normali regole belliche. Il governo di Israele, accusato la scorsa settimana da un Comitato speciale dell’Onu di usare “metodi coerenti con il genocidio” dei palestinesi, ha però respinto ogni addebito.
Il testo “incriminato”
Il passo criticato da Israele tratta in realtà il tema più ampio dell’immigrazione. “Pensiamo agli esempi recenti che abbiamo visto in Europa. La ferita ancora aperta della guerra in Ucraina ha portato migliaia di persone ad abbandonare le proprie case, soprattutto durante i primi mesi del conflitto. Ma abbiamo anche assistito all’accoglienza senza restrizioni di molti Paesi di confine, come nel caso della Polonia”, si legge nel testo, pubblicato poi anche da Vatican News.
“Qualcosa di simile è accaduto in Medio Oriente, dove le porte aperte di nazioni come la Giordania o il Libano continuano a essere la salvezza per milioni di persone in fuga dai conflitti della zona: penso soprattutto a chi lascia Gaza nel pieno della carestia che ha colpito i fratelli palestinesi a fronte della difficoltà di far arrivare cibo e aiuti nel loro territorio. A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali. Dobbiamo coinvolgere i Paesi d’origine dei maggiori flussi migratori in un nuovo ciclo virtuoso di crescita economica e di pace che includa l’intero pianeta. Affinché la migrazione sia una decisione veramente libera, è necessario prodigarsi per garantire a tutti una partecipazione equitativa al bene comune, il rispetto dei diritti fondamentali e l’accesso allo sviluppo umano integrale. Solo se questa piattaforma basilare verrà garantita in tutte le nazioni del mondo potremo dire che chi migra lo fa liberamente e potremo pensare a una soluzione davvero globale del problema”.
La reazione di Israele
L’ambasciatore israeliano in Vaticano, Yaron Zeidman, ha risposto così alla richiesta di Papa Francesco di aprire un’indagine per determinare se le azioni di Israele a Gaza costituiscano un “genocidio”: “Il 7 ottobre 2023 è stato compiuto un massacro genocida di cittadini israeliani e da allora Israele ha esercitato il suo diritto all’autodifesa contro i tentativi di uccidere i suoi cittadini da sette fronti diversi”, si legge in un comunicato diramato ieri. “Ogni tentativo di chiamarlo con un altro nome isola lo Stato ebraico”.
Il plauso della comunità palestinese
La comunità palestinese in Italia ha applaudito le parole del Pontefice. “Abbiamo sempre ringraziato Sua Santità per il riconoscimento del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione e alla creazione del suo stato libero ed indipendente”, ha detto ad Ansa il presidente della Comunità palestinese di Roma e del Lazio, Yousef Salman. “Papa Francesco, ha sempre espresso preoccupazione per la lunga sofferenza del popolo palestinese e le atrocità del Medio Oriente, invitando al rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite e della legalità Internazionale”.