Cos’è il gruppo di Visegrad e perché si chiama così
L'alleanza tra Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia porta avanti posizioni euroscettiche, sovraniste e rigide in tema di immigrazione
Il gruppo di Visegrad è un’alleanza tra quattro paesi dell’Unione europea: Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia.
Prende il nome da Visegrad, piccola città ungherese in cui fu costituito il blocco, nel 1991.
Il gruppo, nato dopo il crollo dell’Unione sovietica per rafforzare la cooperazione tra questi paesi, negli ultimi anni si è caratterizzato in particolare per sostenere posizioni euroscettiche, sovraniste e rigide in tema di immigrazione.
Queste posizioni hanno portato a un avvicinamento tra l’alleanza e il governo dell’Austria, guidato dal premier di destra Sebastian Kurz.
Le relazioni con l’Italia sono state spesso difficili, soprattutto per la mancata disponibilità del gruppo a farsi carico dell’accoglienza dei migranti extra-europei.
Con il nuovo governo sostenuto da Movimento Cinque Stelle e Lega, però, le cose potrebbero cambiare.
Quando e come è nato
Il gruppo di Visegrad nacque con il trattato firmato il 15 febbraio 1991 nell’omonima città ungherese dai governi di Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria.
I paesi aderenti passarono da tre a quattro nel 1993, quando la Cecoslovacchia si disgregò in Repubblica Ceca e Slovacchia.
L’obiettivo di partenza dell’alleanza era rafforzare la collaborazione tra i governi allo scopo di promuovere una integrazione unitaria nell’Unione europea.
Tuttavia negli anni successivi le trattative per l’ingresso nell’Ue furono condotte da ciascun paese per proprio conto.
I quattro membri del gruppo entrarono comunque contestualmente nell’Unione il primo maggio 2004. Solo la Slovacchia, peraltro, ha adottato come moneta l’euro.
Un po’ di numeri
I quattro paesi del gruppo di Visegrad rappresentano complessivamente circa 64 milioni di abitanti.
La Polonia conta 38 milioni di abitanti, la Repubblica Ceca 10,4 milioni, l’Ungheria 10 milioni e la Slovacchia 5,4 milioni.
Il leader del gruppo
Il leader più noto fra quelli che compongono il gruppo di Visegrad è Viktor Orban, premier dell’Ungheria.
Orban è il secondo leader più longevo dell’Unione europea dopo la cancelliera tedesca Angela Merkel.
In carica dal 2010, forte di una maggioranza politica dei due terzi, ha introdotto profonde modifiche alla Costituzione ungherese, rafforzando i poteri dell’esecutivo e attirandosi da più parti accuse di autoritarismo.
In politica estera si è avvicinato alla Russia di Vladimir Putin e ha manifestato posizioni fortemente anti-immigrazione.
Dopo aver costruito nel 2015 un muro lungo il confine con la Serbia, il governo ungherese nel 2018 ha sostenuto l’approvazione di una legge che vieta di aiutare i migranti irregolari che cercano di ottenere asilo nel paese.
Il gruppo di Visegrad e l’immigrazione
I paesi del gruppo di Visegrad sono schierati su posizioni rigidamente anti-immigrazione richiamando le radici cristiane dell’Europa.
Orban e gli altri leader del blocco si sono sempre rifiutati di partecipare alla distribuzione dei migranti per quote tra i paesi dell’Unione europea.
Bruxelles ha risposto con sanzioni che non hanno però scalfito l’atteggiamento di chiusura del gruppo.
Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia hanno anche bollato come un ricatto l’ipotesi circolata nel 2017 in seno all’Ue di collegare i contributi elargiti dall’Unione alla politica migratoria dei singoli paesi.
Il gruppo di Visegrad e l’Austria
Al gruppo di Visegrad si è avvicinato il governo dell’Austria, guidato dal giovane premier Sebastian Kurz, del Partito Popolare.
Anche Kurz è orientato su posizioni rigide in tema immigrazione.
Nel luglio 2017, quando era ministro degli Esteri, aveva dichiarato che Vienna era pronta a schierare l’esercito al confine con l’Italia per impedire l’ingresso sul territorio austriaco dei migranti arrivati in Italia.
Il 21 giugno 2018 Kurz ha partecipato a un vertice del blocco di Visegrad a Budapest.
Il gruppo di Visegrad e l’Italia
Il gruppo di Visegrad e l’Italia hanno avuto rapporti conflittuali negli ultimi anni a causa del rifiuto dei paesi dell’alleanza di farsi carico di parte dei migranti sbarcati sulle coste italiane.
Nel 2016 Orban ha pubblicamente esortato il governo di Roma, che allora era guidato da Paolo Gentiloni, a chiudere i porti.
Le relazioni sembrano migliori con l’attuale governo, retto da Movimento Cinque Stelle e Lega.
In particolare, i rapporti sembrano buoni tra Orban e il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini.
“Con Orban lavoreremo per cambiare le regole di questa Unione europea”, ha dichiarato Salvini.
Il leader dell’Ungheria, inoltre, è considerato un modello da Fratelli d’Italia, il partito guidato da Giorgia Meloni.