Grecia, 38mila migranti bloccati in condizioni disumane. MSF ai leader europei: “Fermate questa follia”
Sono 38mila le persone bloccate sulle isole greche in condizioni disumane, a causa delle politiche di contenimento dell’Europa. La denuncia di Msf
Grecia, 38mila migranti bloccati in condizioni disumane. Lettera di MSF ai leader europei: “Fermate questa follia”
Sono 38mila le persone bloccate sulle isole greche in condizioni disumane, a causa delle politiche di contenimento dell’Europa per i migranti. Tra loro ci sono anche 12mila bambini, condannati a una vita senza speranza. A denunciarlo è il nuovo presidente internazionale di Medici Senza Frontiere (Msf), Christos Christou, rientrato da pochi giorni da un viaggio in Grecia.
Christou ha inviato una lettera aperta inviata ai leader europei, affinché si assumano la responsabilità di fornire assistenza e protezione alle persone bloccate sulle isole greche e porre fine alle politiche europee che causano loro sofferenze non necessarie.
“Sono appena tornato dalle isole greche e sono scioccato da ciò che ho visto e dalle testimonianze che ho ascoltato dai miei colleghi che lavorano lì”, ha scritto il presidente di Msf nella lettera, che è stata presentata ieri durante una conferenza stampa a Bruxelles. “Mi hanno raccontato di un bambino di 12 anni arrivato nella nostra clinica pediatrica di Moria dopo essersi ripetutamente ferito tagliandosi la testa con un coltello. E mi hanno detto di una bambina di 9 anni con gravi ferite causate dall’esplosione di una bomba in Afghanistan. Sorrideva ancora prima di arrivare in Grecia. Ma nei mesi che ha trascorso intrappolata sull’isola di Lesbo, ha smesso di parlare e di mangiare e si è completamente isolata dalla vita”.
“Sono sopravvissuti alla guerra e alle persecuzioni, ma il tempo prolungato vissuto in luoghi miserabili e insicuri come Moria ha portato molti dei nostri piccoli pazienti oltre il limite, fino all’autolesionismo e ai pensieri suicidi”, prosegue la lettera. “È per questi bambini, e per tutte le persone che continuate a intrappolare sulle isole greche, che oggi mi sento obbligato a inviarvi questa lettera”.
Christou sottolinea che i bambini non sono i soli a essere vulnerabili. “Persone sopravvissute alla tortura devono condividere la loro tenda per mesi con degli estranei”, aggiunge. “Sopravvissuti a violenze sessuali raccontano ai nostri operatori nel campo di Vathy, sull’isola di Samos, che hanno paura ad usare i bagni di notte. Le nostre équipe hanno individuato queste persone, ma molte di loro non vengono considerate vulnerabili dalle autorità greche, così i loro bisogni scompaiono nelle crepe di farraginose procedure amministrative”.
Poi punta il dito contro le politiche europee: “Nel 2016 avete deciso di intrappolare queste persone sulle isole greche come fosse una misura necessaria e temporanea. Vi avevamo avvertito delle conseguenze umanitarie che avrebbe avuto il vostro accordo con la Turchia. Abbiamo anche deciso di smettere di accettare fondi dagli stati membri dell’Unione Europea in segno di protesta. Oggi vediamo il risultato di quella decisione: uno stato di emergenza cronica e un ciclo continuo di sofferenza umana”.
“Negli ultimi quattro anni, la situazione umanitaria è peggiorata, anziché migliorare”, si legge nella lettera. Solamente negli ultimi tre mesi, una donna, un bambino e un neonato di nove mesi sono morti a causa delle pericolose e spaventose condizioni di vita a Moria e la mancanza di cure adeguate. Cercavano sicurezza in Europa, hanno trovato la morte in un centro di accoglienza europeo”.
“La situazione è paragonabile a quanto vediamo dopo disastri naturali o in zone di guerra in altre parti del mondo”, prosegue il presidente di Msf. “Fermate questa follia” e ancora: “Nessun argomento politico può giustificare misure che infliggono deliberatamente e consapevolmente danni alle persone. E vi abbiamo ripetutamente detto che queste politiche lo fanno. Smettete di ignorarlo, smettete di fingere che non sia così”.
Qui la pagina per sostenere l’azione di Msf in Grecia. Qui il video della conferenza stampa a Bruxelles: