Il governo di Tobruk denuncia la nuova occupazione italiana della Libia
La riapertura dell'ambasciata italiana a Tripoli è stata accolta come atto di aggressione militare dall'amministrazione rivale al governo di Serraj, sostenuto dall'Onu
Il ministro degli Esteri del governo di Tobruk, amministrazione rivale al Governo di accordo nazionale (Gna) guidato da Fayez Serraj e sostenuto dall’Onu, ritiene che la riapertura dell’ambasciata italiana a Tripoli sia un atto di aggressione militare. A renderlo noto è The Lybia Observer venerdì 13 gennaio 2017.
Il governo di Tobruk, capeggiato da Abdullah al-Thanni, ha inviato mercoledì 10 gennaio 2017 una nota diplomatica urgente a tutte le rappresentanze diplomatiche libiche per informarle del presunto “ritorno militare dell’ambasciata italiana nella capitale”.
“Un vascello militare italiano carico di soldati e munizioni è entrato nelle acque territoriali libiche. È una chiara violazione della carta delle Nazioni Unite e una forma di aggressione reiterata”.
L’ambasciatore Giuseppe Perrone ha presentato le proprie credenziali a Tripoli martedì 9 gennaio, riaprendo la rappresentanza diplomatica italiana nel paese.
Nella giornata di giovedì 12 gennaio, i miliziani del governo islamista non riconosciuto di Tripoli hanno assaltato i ministeri della Difesa, della Giustizia e dell’Economia, prendendone il controllo.
Il primo ministro del cosiddetto governo della salvazione Khalifa Ghwell ha indetto una conferenza stampa dal ministero della Difesa per annunciare di aver preso il potere.
Un portavoce del governo Serraj, tuttavia, ha dichiarato che il tentativo di occupare i ministeri è fallito. La situazione resta poco chiara e mette in luce la fragilità del Gna, nonostante il sostegno internazionale.
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