Il governo di Parigi forza la mano sulla riforma del lavoro
Il premier Manuel Valls ha annunciato di ricorrere a un meccanismo costituzionale che permette all’esecutivo di scavalcare il parlamento per approvare una legge
Il governo francese accelera i tempi per varare la contestata riforma del lavoro. Ieri, martedì 5 luglio, il premier francese Manuel Valls ha confermato di ricorrere per una seconda volta alla procedura ‘49.3’ per far passare la legge all’Assemblea Nazionale.
L’articolo costituzionale permette al governo di adottare una legge senza passare per il voto del parlamento, salvo una mozione di censura dei deputati nelle 24 ore successive.
Dopo l’annuncio del premier la destra ha lasciato l’emiciclo in segno di protesta.
Due settimane fa il governo francese era stato contestato per aver attentato al diritto di sciopero, vietando una manifestazione nel centro di Parigi.
Mentre il governo annunciava il ricorso alla procedura 49.3 nelle vie della capitale francese, i sindacati Confédération générale du travail (Cgt) e Force ouvrière (Fo), che si oppongono alla riforma, hanno tenuto la dodicesima manifestazione in tre mesi.
La riforma, fortemente voluta dal presidente della repubblica François Hollande e dal primo ministro Manuel Valls, prevede la semplificazione delle regole di assunzione e di licenziamento, una maggiore flessibilità sugli orari di lavoro e la possibilità per le grandi aziende di ridurre i salari.
Secondo alcuni esperti e la maggioranza della popolazione francese, tuttavia, invece di incoraggiare le aziende ad assumere e combattere la disoccupazione, come sostiene il governo, la legge metterebbe in discussione alcune tutele fondamentali dei lavoratori.
I sindacati negli ultimi tre mesi hanno indetto una serie di scioperi che per alcuni giorni hanno bloccato il sistema dei trasporti del paese e una serie di manifestazioni che tuttavia sono sfociate in azioni violente.