Il governo May incassa la prima vittoria sul Repeal Bill
Con una maggioranza di 326 a 290 la Camera dei comuni ha approvato il testo di legge che regolerà la trasformazione delle norme di diritto comunitario in leggi britanniche
Il primo scoglio appare superato per l’esigua maggioranza di Theresa May. Con pochi voti a favore è passato lo Eu withdrawal bill (o Great repeal bill), il disegno di legge con il quale il Regno Unito convertirà tutte le norme europee per far sì che non si crei un vuoto legislativo una volta fuori dall’Unione europea.
Con una maggioranza di 326 a 290, il governo può sperare che il disegno legge prosegua il suo iter.
Il voto era molto temuto fra i componenti del governo di Theresa May, per il motivo principale che diversi parlamentari, fra i quali anche diversi appartenenti all’esigua maggioranza, hanno promesso battaglia prima che si arrivasse alla votazione.
Oggetto del contendere, le modalità con cui questa legge consentirà ai ministri competenti per materia di riscrivere una per una le migliaia di norme che per oltre 40 anni l’Ue ha scritto per il Regno Unito, rendendole quindi “britanniche”.
Questo verrà reso possibile da una norma, chiamata Henry VIII Power, che consente ai ministri di riscrivere e adattare determinate norme per decreto, saltando quindi il passaggio parlamentare.
Fra i benefici di tale norma si registra senz’altro il risparmio di tempo che questa prevede, mentre presenta il vulnus di non consentire al parlamento di poter visionare il testo e presentare emendamenti.
Emendamenti che, nel caso della proposta di legge in questione, non sono mancati. Sono quasi 160 quelli proposti e prevedono modifiche sostanziali nell’uso di tale antico istituto giuridico, risalente appunto all’epoca dei Tudor.
Definito come “power grab” da parte dell’opposizione, anche qualche parlamentare della maggioranza ha presentato emendamenti già sin d’ora. Sarà la terza lettura quella decisiva. Dopo la palla passerà alla Camera dei Lord.
L’Henry VIII Power viene solitamente utilizzato per creare la classica legislazione secondaria, con cui i ministri armonizzano e correggono delle leggi per renderle operative. Spesso viene utilizzata nelle stesse procedure europee per poter essere recepite nella corretta forma.
Stavolta però parlamentari di ambedue le parti temono che il governo possa abusare di questo potere, riscrivendo intere leggi senza previa autorizzazione e avendo così un assegno in bianco sulle nuove norme che saranno poste in essere.
Il governo si difende garantendo che, oltre al vantaggio temporale che si guadagna, nessuna nuova legge limiterà o diminuirà il potere parlamentare o danneggerà la popolazione con norme svantaggiose. Unico scopo, a detta del governo May, è quello di velocizzare l’uscita senza complicazioni e rispettare l’esito referendario con cui i sudditi di Sua Maestà hanno deciso di chiudere con la Ue.
La battaglia si sposta adesso nelle commissioni dove gli oltre 150 emendamenti saranno discussi e valutati.
Per adesso Theresa May incassa la prima vittoria, se sia solo una vittoria di Pirro lo sapremo con il tempo.