Gli F-35 rimangono a terra
Un guasto inatteso ha spinto il Pentagono a ordinare la sospensione di tutti i voli del nuovo caccia multiruolo
Gli F-35 rimangono a terra
Venerdì scorso il Pentagono ha sospeso tutti i voli della sua flotta di jet da combattimento F-35, dopo che un’ispezione di routine a un jet nella base militare di Edwards, in California, ha rivelato una frattura nella turbina del reattore.
In una breve dichiarazione scritta, il Pentagono ha detto che è troppo presto per conoscere l’impatto del problema appena scoperto. La sospensione delle operazioni di volo rimarrà in vigore fino a che un’indagine non chiarisca la causa principale del problema.
“L’ F-35 rappresenta un problema enorme per la crescita, già insostenibile, dei suoi costi e per le prestazioni mostruosamente deludenti”, ha detto l’esperto di politica di Difesa Winslow Wheeler.
Il jet è il programma più costoso del Pentagono per un costo totale stimato di circa 400 miliardi di dollari (300 miliardi di euro). Il Pentagono prevede l’acquisto di oltre 2.400 F-35, ma alcuni membri del Congresso sono recalcitranti a causa del prezzo esorbitante del nuovo jet.
Il governo italiano aveva ordinato inizialmente 131 di questi jet, il cui prezzo sarebbe lievitato fino a 150 milioni di euro l’uno. Il 15 febbraio 2012, il ministro della Difesa Giampaolo di Paola, tra le riduzioni di spesa del suo ministero, ha proposto tra i vari provvedimenti quello di diminuire l’acquisto di F-35 da 131 a 90 unità.
L’Italia si aggiunge così a Canada e Danimarca tra i Paesi che per ragioni di austerity hanno diminuito il numero di velivoli da acquistare.