Giulio Regeni è morto per la rottura di una vertebra cervicale
Lo ha rilevato l'autopsia, che ha inoltre confermato che il ragazzo avrebbe ricevuto trattamenti inumani
La seconda autopsia effettuata sul corpo di Giulio Regeni, lo studente italiano trovato morto al Cairo lo scorso 3 febbraio, ha rilevato che il ragazzo sarebbe deceduto in seguito alla rottura di una vertebra cervicale. Lo ha reso noto l’avvocato Alessandro Ballerini, specializzato in diritti umani, che assiste i familiari di Regeni.
L’autopsia, che ha avuto luogo a Roma la sera di sabato 6 febbraio, ha inoltre confermato che Regeni sarebbe morto in seguito a “trattamenti disumani”, come li ha riferiti il ministro degli Interni italiano Angelino Alfano.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, la vertebra cervicale di Regeni si sarebbe rotta in seguito a una torsione del collo, rendendogli impossibile il respiro.
Giulio Regeni era scomparso il 25 gennaio del 2016, nel giorno del quinto anniversario dalla rivoluzione egiziana del 2011. Il 3 febbraio è stato ritrovato morto, seminudo, con evidenti segni di violenze su tutto il corpo ai bordi di una strada al Cairo.
Il quotidiano italiano Il Manifesto ha reso noto che Regeni aveva inviato diversi articoli chiedendo che fossero pubblicati sotto pseudonimo. Uno di questi è stato pubblicato dopo la sua morte con la sua firma, dopo che il quotidiano ha deciso che le cautele che lo avevano portato a richiedere uno pseudonimo erano drammaticamente state superate dagli eventi.