Un giudice ha deciso che i nonni dei cittadini statunitensi sono esentati dal Muslim Ban di Trump
L'ordine esecutivo del presidente è entrato in vigore ma non si applica ai “parenti stretti”. Secondo un giudice hawaiano vi rientrano anche i nonni
Il divieto temporaneo di ingresso negli Stati Uniti voluto dal presidente Donald Trump nei confronti dei cittadini di sei paesi a maggioranza musulmana non può impedire ai nonni e ad altri parenti dei cittadini statunitensi di entrare nel paese. Lo ha stabilito un giudice di Honolulu, nelle Hawaii, giovedì 13 luglio 2017.
La sentenza limita l’efficacia del Muslim Ban e consente l’ingresso nel paese a un numero maggiore di rifugiati in attesa che la Corte suprema statunitense si esprima sulla legittimità del provvedimento.
Il Muslim Ban di Trump vieta l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen per 90 giorni e ai rifugiati per 120 giorni.
Lo stato delle Hawaii aveva chiesto al giudice distrettuale Derrick Watson di interpretare in modo stringente una sentenza emanata dai giudici supremi a giugno 2017, in cui veniva mantenuto in vigore l’ordine esecutivo di Trump, ma erano esclusi dalla sua applicazione i “parenti stretti” di cittadini statunitensi.
La definizione di “parenti stretti” secondo l’amministrazione Trump includeva coniugi, figli, genitori, fidanzati e fratelli e sorelle, ma escludeva i nonni e altri membri della famiglia. Ma il giudice Watson ha detto che escludere i nonni e altri parenti è “fuori dal senso comune”.
– LEGGI ANCHE: Cosa prevede il nuovo Muslim Ban voluto da Trump