A cosa serve la memoria?
Mentre ai due lati dell'oceano si costruiscono e fortificano frontiere, si alimenta una retorica che divide la popolazione del mondo tra un noi e un loro
A pochi giorni dal suo insediamento come presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per interrompere l’accoglienza di rifugiati siriani, limitare l’ingresso a cittadini di un numero di paesi a prevalenza islamica e costruire il muro che impedirà a chiunque non abbia un visto di attraversare la frontiera meridionale con il Messico. La Casa Bianca ha annunciato che ogni settimana verranno pubblicati online una lista di crimini commessi da migranti.
Negli stessi giorni i vertici dell’Unione europea si sono riuniti a Malta dove hanno proposto un finanziamento di 200 milioni di euro diretto alla guardia costiera libica per ridurre il numero di ingressi all’Europa via mare. I migranti bloccati in campi profughi sparsi ai quattro angoli d’Europa stanno affrontando l’inverno e la neve in strutture di fortuna, capannoni e tende da campeggio.
Mentre ai due lati dell’oceano si costruiscono e fortificano frontiere, si alimenta una retorica che divide la popolazione del mondo tra un noi e un loro. Noi siamo europei e statunitensi, popoli il cui quieto vivere è disturbato da un’invasione. Loro sono messicani, guatemaltechi, siriani, afghani, sudanesi, eritrei, somali, e cercano di penetrare nelle nostre fortezze per rubare lavoro e aiuti sociali, importare il crimine e disseminare il panico.
Questa retorica è in atto da anni e sta rendendo meno umani i migranti provenienti da un altrove dai confini labili. I loro diritti sono meno importanti dei nostri, le loro sofferenze meno profonde, le ingiustizie legalizzate dai nostri paesi meno sbagliate.
Molte voci si sono levate per far notare la somiglianza tra quello che sta succedendo al giorno d’oggi e il populismo e la demagogia che negli anni Trenta del secolo scorso portò prima alle leggi razziali e poi all’Olocausto.
Mentre con il 27 gennaio si celebra il Giorno della memoria per ricordare gli orrori del genocidio contro Ebrei e Rom, diventa imperativo chiederci a cosa serve la memoria, se non viene utilizzata per evitare di ripetere gli stessi errori del passato.