Rachel Johnson si spoglia in diretta contro la Brexit: “Così mi ascoltate” | VIDEO
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Rachel Johnson - sorella del più celebre ex ministro Boris - durante il talk show che conduce su Sky News, The Pledge, si è spogliata
L’ha fatto per dire la sua sulla Brexit, ma il mondo probabilmente la ricorderà soprattutto per il suo spogliarello. La giornalista Rachel Johnson – sorella del più celebre ex ministro degli Esteri Boris – durante il talk show che conduce su Sky News, The Pledge, ha dato spettacolo. Letteralmente.
Sulla Brexit Rachel ha poco da spartire con il fratello Boris. Se lui si è battuto con tutte le sue forze per tagliare il cordone ombelicale del Regno Unito con l’Europa, lei, invece si schiera dall’altra parte. E cerca di farsi sentire in tutti i modi, tanto da spingersi a spogliarsi nel bel mezzo della trasmissione.
Durante la discussione con gli altri colleghi e gli ospiti, Rachel ha denunciato l’impossibilità di un dibattito serio sul nodo caldo, caldissimo della Brexit. Si è arrivati a “un punto di saturazione”, ha detto lei, che ha sottolineato come in questo momento nel paese regni il disordine totale rispetto alla faccenda, sia dal punto di vista politico che da quello dei negoziati.
In realtà pare chiaro che la scenetta fosse architettata per bene. Infatti le telecamere di Sky riprendono i volti sorpresi degli ospiti in studio mentre la donna si sbottona la camicia e la tira via, ma subito appare una striscia opaca a coprirle il seno.
Organizzato o meno, il video ha avuto il suo effetto: tutti i tabloid britannici e i media del mondo hanno ripreso la scena. Fosse anche solo perché si tratta della sorella di Boris Johnson pro Brexit. Lo spogliarello ricorda molto quello andato in scena pochi giorni fa, quando a spogliarsi era un’attivista contro l’uscita del paese dall’Europa. La donna, Victoria Bateman, si è tolta i vestiti in diretta sulla Bbc.
A che punto siamo con la Brexit
Il governo May sopravvive alla mozione di sfiducia e resta in carica. Il parlamento britannico ha bocciato la mozione di sfiducia con 306 voti a favore e 325 contro.
La premier ha promesso di fare del suo meglio per trovare un accordo definitivo con Bruxelles, che soddisfi tutti.
Ma cosa succederà da ora in poi?
Quattro sono gli scenari possibili dopo il voto:
• Chiedere a Bruxelles nuovi negoziati in extremis, entro il 29 marzo
• Prolungamento del periodo di transizione
• Hard Brexit, un’uscita senza accordo, come vorrebbe la maggioranza dei Tories, il partito della May
• Nuovo referendum con la possibilità di una retro marcia sulla Brexit
Come aveva già dichiarato prima ancora dell’esito del voto di sfiducia, la premier May si era detta pronta a rimanere alla guida del governo, per continuare a negoziare con Bruxelles, per trovare un accordo definitivo e accontentare la maggioranza parlamentare, che ieri ha bocciato l’accordo.
May ha tempo fino al 29 marzo per portare a casa un nuovo accordo che metta d’accordo tutti: il suo stesso governo, l’Ue e il parlamento britannico. Questa opzione è la preferita della May.
L’ipotesi di un nuovo referendum è stata scartata da Theresa May, che ha detto che a questa opzione sarebbe preferibile persino quella del No deal, comunque osteggiata dalla premier, e – ovviamente – dalle opposizioni.
Intano Jeremy Corbyn ha detto che il suo partito potrebbe votare un accordo se questo prevederà un’unione doganale permanente.
L’opzione che infine potrebbe rivelarsi quella più realizzabile è lo spostamento in avanti del periodo di transizione, che scade il 29 marzo. Le istituzioni europee potrebbero accettare di spostare a luglio il termine entro cui raggiungere un accordo. Il punto interrogativo di questo scenario è rappresentato dal fatto che a maggio ci sono le elezioni europee.
Se l’uscita fosse posticipata di qualche mese, il Regno Unito dovrebbe partecipare alle elezioni europee, preparando una campagna elettorale in tutta fretta.