Ginecologo stupra una 13enne in diretta streaming: condannato
Il medico, 57 anni, ha confessato di aver abusato della minore e di averne diffuso il video
Una carriera brillante, un’esistenza apparentemente irreprensibile e un profilo assolutamente insospettabile: sono queste le credenziali del ‘mostro della porta accanto’ che scuote l’America. Nathan Clark Ward, ginecologo 57enne, è finito a processo nello Utah con 11 capi di imputazione, tra cui violenza sessuale su minori e detenzione di materiale pedopornografico.
L’uomo è stato a 37 anni di carcere per uno dei casi più torbidi delle recenti cronache. Otto mesi di indagini serrate, coordinate dal dipartimento Internet Crimes Against Children, hanno portato a galla un tessuto di orrori di vaste proporzioni.
Il 57enne, arrestato nel luglio 2017, è arrivato davanti alla Corte per rispondere di reati gravissimi. Tra i fatti contestati, per alcuni dei quali è arrivata la confessione in sede processuale, lo stupro di una 13enne emerso dopo una prima condanna a 22 anni di carcere per pedopornografia.
Il ginecologo ha ammesso di aver abusato della bambina, e di aver diffuso il video della violenza in diretta streaming. La sentenza definitiva è stata emessa il 12 marzo scorso: Ward dovrà scontare 37 anni di reclusione, un ergastolo.
A nulla sono valsi i tentativi di derubricare la sua posizione in sede processuale. Aveva cercato di ascrivere l’origine della propria condotta alla sovraesposizione a immagini pornografiche sul web, ma per i giudici non c’è nessuna attenuante.
Soddisfazione da parte dei familiari della piccola vittima, mentre la madre del medico 57enne ha rilasciato una dichiarazione davanti alle telecamere della stampa americana: “Mi auguro soltanto che la giustizia sia combinata con la misericordia”. Auspicio che si è infranto davanti a una condanna esemplare.
Attraverso una lettera dal carcere, il ginecologo si è rivolto ai genitori della bambina abusata: “So che quello che ho fatto è stato terribilmente sbagliato e so che ho causato dolore, per questo chiedo scusa a tutti, compresa la mia famiglia”.