Il Giappone risarcirà le schiave del sesso coreane
Erano dette comfort women e tra il 1932 e il 1945 furono obbligate a lavorare nelle case d'appuntamenti per i soldati giapponesi
Corea del Sud e Giappone hanno annunciato di aver raggiunto un accordo “finale e irrevocabile” sulle schiave del sesso costrette alla prostituzione durante l’occupazione della Corea.
L’accordo pone fine a una storica divisione tra i due paesi. Le cosiddette “comfort women” erano donne obbligate a prostituirsi nei bordelli gestiti dall’impero giapponese che aveva invaso la Corea nel 1910.
Il fenomeno si affermò nel 1932 e si protrasse fino alla liberazione della Corea nel 1945, alla fine della seconda guerra mondiale.
Quarantasei tra queste schiave del sesso vivono ancora in Corea del Sud. L’accordo stipulato tra Giappone e Corea del Sud prevede che il governo giapponese darà 1 miliardo di yen, 7,5 milioni di euro, a una fondazione che verrà istituita dal governo della Corea del col fine di dare assistenza a queste donne.
“Il governo giapponese sente la responsabilità” per l’avvenuto assoggettamento delle “comfort women” con il “coinvolgimento delle sue forze armate”, cosa che ha causato il “grave ferimento dell’onore e della dignità di molte donne”, ha dichiarato il ministro degli Esteri giapponese, Fumio Kishida, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Seul lunedì 28 dicembre.
Kishida ha detto di portare le scuse anche da parte del primo ministro del Giappone, Shinzo Abe.
Giappone e Corea del Sud sono arrivati a un accordo dopo 12 sessioni di negoziato che sono andate avanti per circa un anno e mezzo. Ai primi di novembre il passo decisivo era stato fatto dal Giappone che aveva ammesso le proprie responsabilità in merito alla riduzione in schiavitù delle donne coreane.
Il ministro degli Esteri giapponese Kishida e quello coreano, Yun Byung-se, si sono augurati che l’accordo possa segnare una “nuova fase” nelle relazioni diplomatiche tra i due paesi che sono state pesantemente segnate dall’occupazione coloniale del Giappone in Corea.